PALERMO – Una nuova intercettazione di Massimo Ciancimino rischia di riaprire la polemica sul teste chiave della Procura di Palermo. Ne dà notizia il settimanale Panorama, nel numero in edicola da domani. Intercettato dalla Procura di Roma, che lo indaga per riciclaggio, il 12 settembre Ciancimino al telefono dialoga con un’amica, tale Santa, e le racconta di un interrogatorio appena subito a Palermo, da parte di un colonnello della Dia .
Ciancimino racconta che gli inquirenti che lo hanno incontrato si sono molto raccomandati con lui. Gli avrebbero detto: “Fino al 29 ottobre – scrive Panorama – che c’é il rinvio a giudizio eh, noi ha capito che noi siamo schierati con tutti quelli che hanno fatto le indagini sulla trattativa; siamo bruciati non faremo più carriera! L’elemento forte è lei. Lei ha fatto leggerezze, lei ha visto come stanno delegittimando tutto: non si esponga a cretinate. Frequenti pochissima gente! Cercano un appiglio per distruggere tutto!”.
Sempre secondo quanto scrive Panorama, Ciancimino al telefono spiega che a quel punto ha reagito, ricordando a chi lo interrogava che la Procura di Palermo sa tutto di lui, perché lo tiene costantemente sotto intercettazione. Ma l’ufficiale della Dia gli avrebbe segnalato altri rischi, con parole esplicite: “Guardi che adesso le telecamere non sono nostre!… Insomma, che c’é qualche altra procura che vi monitorizza. Il riferimento pare inequivocabile: la Procura di Roma”.