Avviso di garanzia a Ciancimino jr | Poi il confronto con l'uomo dei servizi - Live Sicilia

Avviso di garanzia a Ciancimino jr | Poi il confronto con l’uomo dei servizi

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La procura di Palermo, che nei mesi scorsi aveva iscritto Massimo Ciancimino nel registro degli indagati per associazione mafiosa, ha notificato al figlio dell’ex sindaco di Palermo un avviso di garanzia con invito a comparire per rendere interrogatorio. Come riportato da alcuni quotidiani, l’atto è di lunedì scorso, giorno in cui Ciancimino si è presentato davanti ai pm. La notizia dell’indagine sul figlio del politico corleonese, che sta svelando ai pm i retroscena della trattativa tra Stato e mafia era nota dall’inizio dell’anno, quando, su richiesta della Procura di Palermo il gip ha disposto la riapertura dell’inchiesta.

“Ho piena fiducia nei magistrati – aveva allora commentato l’indagato – E’ giusto che facciano luce sul ruolo che ho avuto in certe vicende. Non faccio parte di quelli che gridano al complotto: i pm lavorino serenamente, io sono tranquillo e dimostrerò che, dai primi contatti con i carabinieri fino ad oggi, ho sempre contrastato la mafia”. L’indagine, archiviata negli anni scorsi perché i pm sostennero che il figlio di don Vito agiva su indicazioni del padre e non era “pienamente consapevole che la sua attività si inserisse in quella più complessiva dell’associazione mafiosa”, è stata riaperta a seguito delle nuove ammissioni del testimone. Massimo Ciancimino, infatti, ha raccontato, tra l’altro, di avere consegnato i pizzini scritti dal boss Bernardo Provenzano al padre e di avere custodito le lettere e altri documenti dell’ex sindaco in una cassaforte di casa. Ammissioni che potrebbero far pensare a un suo ruolo attivo nelle vicende di cui il padre era protagonista.

“Mi aspettavo quest’indagine. Era inevitabile viste le dichiarazioni che ho reso ai pm. Proprio per questo nel tempo ho esitato a consegnare tutti i documenti in mio possesso. La mia non è una situazione facile, ma forse in questo Paese paga di più l’omertà – detto Massimo Ciancimino -. Non sono comunque l’unico indagato del procedimento. Questo dimostra che, nonostante tutto, le mie dichiarazioni sono ritenute credibili visto che proprio in base a ciò che ho detto altri vengono inquisiti”. “Affrancarmi dall’eredità pesante del mio cognome non è facile – ha aggiunto – ma io andrò avanti. Ai pm ora ho dato tutti i documenti che avevo. Se in luoghi di cui non ho la disponibilità c’é altro non ne sono responsabile”.

Secondo fonti di Livesicilia, a Caltanissetta oggi pomeriggio – presso la Dia – si è svolto il confronto tra Massimo Ciancimino e Lorenzo Naracci, uomo dei Servizi. Ciancimino avrebbe detto di riconoscere Narracci e di averlo visto a casa sua, durante un summit,  a colloquio con suo padre, Vito.  Una circostanza negata decisamente dall’interessato. Nella stessa sede anche il pentito Gaspare Spatuzza avrebbe confermato il riconoscimento dell’ex uomo dei servizi (vedi articolo a parte).


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