Cimitero degli orrori nel Palermitano, 7 condanne per profanazione

Profanazione di tombe nel Palermitano, 7 condanne e 6 assoluzioni

Il "cimitero degli orrori" di San Martino delle Scale
MONREALE
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PALERMO – Sette condanne e sei assoluzioni. È questo il verdetto emesso dai giudici della quarta sezione del tribunale di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, al termine del processo sul cosiddetto “cimitero degli orrori” di San Martino delle Scale.

Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di truffa, falsità in atti pubblici commesse da privati, falsità in certificazioni, violazione di sepolcro, vilipendio delle tombe, vilipendio di cadavere, occultamento di cadavere, distruzione, soppressione e sottrazione di cadavere.

Tombe profanate per rivendere i loculi

Le indagini dei carabinieri avevano svelato un macabro sistema: gli imputati avrebbero distrutto a colpi di pala decine di bare, profanato tombe e gettato via i resti di moltissimi defunti. Il tutto con il solo scopo di liberare posti nel cimitero dei Benedettini, dove da almeno vent’anni gli spazi erano esauriti, e rivenderli illecitamente.

Una parte delle contestazioni sono state dichiarate prescritte a causa del lungo tempo trascorso. Tuttavia, i giudici hanno riconosciuto provvisionali per un totale di 135mila euro in favore dei parenti di alcuni defunti che si erano costituiti parte civile nel processo.

L’imputato principale, Giovanni Messina, come riferisce l’Ansa è ritenuto a capo della banda a conduzione familiare operativa all’interno del cimitero ed è deceduto nel corso del dibattimento. Nonostante ciò, alcuni suoi familiari sono stati condannati, a cominciare dalla moglie Erminia Morbini, alla quale sono stati inflitti 2 anni di reclusione.

Le altre condanne e le assoluzioni

Gli altri condannati, riferisce sempre l’Ansa, sono Salvatore Messina (nato nel 1980), a 3 anni e 4 mesi; Salvatore Messina (1994), a 3 anni e mezzo; l’operaio Antonino Campanella, a 2 anni e 8 mesi; Luigi Messina, a 2 anni e 4 mesi; Benedetto Messina, a 2 anni e 2 mesi; e Salvatore Cesare Messina, a 2 anni e 4 mesi.

Sono stati invece assolti Rosalia Vitrano, Gioacchina Messina, Salvatore Messina (nato nel 1978) e i tre medici dell’Asp: Michele Amato (difeso dall’avvocato Salvino Pantuso), Salvatore Ciofalo e Francesco Paolo Sutera.


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