Cimò, Caserta non si presenta |Difesa chiede una super perizia - Live Sicilia

Cimò, Caserta non si presenta |Difesa chiede una super perizia

Per la prossima udienza il marito di Giuseppina Grasso, la colf dei coniugi Di Grazia, sarà accompagnato dai carabinieri. L'avvocato Rapisarda, che difende Di Grazia, ha chiesto alla Corte d'Assise un sofisticato accertamento scientifico sulle immagini di videosorveglianza (Un frame nella foto). E l'imputato torna a parlare.

CATANIA – Angelo Caserta, marito di Giuseppina Grasso condannata per favoreggiamento in primo grado per la scomparsa di Mariella Cimò, non si è presentato in aula per essere interrogato nel processo per omicidio che vede alla sbarra Salvatore Di Grazia. La sua testimonianza era stata richiesta, dopo la rinuncia della difesa, dal pm Angelo Busacca. A questo punto il magistrato ha chiesto alla Corte d’Assise l’accompagnamento coattivo. Nella prossima udienza, fissata per il primo dicembre, sarà accompagnato dai carabinieri.

Oltre a Caserta sarà chiamata a deporre anche una vicina di casa dei coniugi Di Grazia che avrebbe raccolto le confidenze della domestica romena (mai rintracciata nel corso del procedimento) che lavorava nella villa di fronte alla casa dove viveva Mariella Cimò, scomparsa dal 24 agosto 2011. Il pm ha depositato anche una nota dei carabinieri dove si attesta che “l’interpol non ha ancora mandato gli esiti delle ricerche”.  La colf romena in fase di indagini sosteneva che quella mattina non avrebbe ascoltato come succedeva ogni giorno la voce della settantenne che curava i tantissimi cani in giardino. Acquisite tra gli atti del processo le trascrizioni delle intercettazioni richieste nella scorsa udienza dal magistrato Angelo Busacca. Respinta dai giudici invece l’istanza dell’avvocato di parte civile Pappalardo per l’audizione di un vicino di casa che era già stato ascoltato in un procedimento per maltrattamento di animali.

Il difensore dell’imputato, l’avvocato Giuseppe Rapisarda ha avanzato due richieste alla Corte d’Assise. Si tratta di accertamenti tecnico scientifici: il primo riguarda i sacchetti trovati vuoti dagli investigatori vicini alla cassaforte della villa dove erano contenuti i soldi. Il legale ha chiesto che siano rilevate le impronte digitali per verificare se ce ne siano altre rispetto a quelle del marito di Mariella Cimò. Ma è un’altra la richiesta su cui ha insistito l’avvocato Rapisarda in quanto – a dire del legale – è fondamentale per colmare una lacuna presente in questo procedimento sull’accertamento della prova. Si tratta di una super perizia relativa alle immagini del sistema di video sorveglianza installato dalla vicina di casa dei Di Grazia. In un fronte – attraverso strumenti sofisticati e di altissima precisione – si potrebbero determinare i numeri di targa delle auto che dal 24 agosto 2011 in poi hanno transitato davanti alla villetta di San Gregorio. E da questo verificare eventuali mezzi estranei che potrebbero essere oggetto di ulteriori approfondimenti. Sui frame che riguardano invece il passaggio dell’auto del Di Grazia – attraverso una lettura di precisione – si potrebbe capire se sia stato trasportato o meno il mastello di plastica, usato secondo la ricostruzione della Procura per far sparire il cadavere di Mariella Cimò.

Nel corso dell’udienza Salvatore Di Grazia ha chiesto nuovamente ai giudici la parola per rilasciare dichiarazioni spontanee. Questa volta l’imputato ha sollevato qualche “perplessità” sulla scelta di nominare custode dei beni della scomparsa il nipote. Per il marito della Cimò questo ruolo potrebbe portare “interferenze” nel procedimento penale, visto che il parente della moglie si è costituito parte civile nel processo.


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