Cinisi, quella scritta in rosso del 1974: imputati assolti

Cinisi, quella scritta rossa del 1974: impiegati comunali assolti

Al centro del processo un abuso edilizio e una Commissione di 47 anni fa

PALERMO – Per arrivare alla condanna si sarebbe dovuto dimostrare nel 2006 che le scritte sulla planimetria non risalivano a 32 anni prima. Impresa complicata e in ogni caso non fu disposto l’accertamento necessario.

La Cassazione scrive la parole fine sulla vicenda giudiziaria. Assolti i dirigenti del Comune di Cinisi Arcangelo Misuraca e Salvatore Giaimo, e il capo dell’ufficio tecnico Giuseppe Maltese, ora in pensione. In primo grado erano stati condannati per falso e abuso d’ufficio, in appello la sentenza fu ribaltata,

Nel 2006 un cittadino presentò una denuncia, sostenendo di essere stato danneggiato dai tre imputati che gli avrebbero intenzionalmente impedito di fare dei lavori all’interno di un immobile. Come? Aggiungendo alcune scritte alla vecchia planimetria.

In questa maniera, sebbene ci fossero tutte le condizioni per ottenere i permessi, i lavori divennero fuorilegge. Dietro il diniego ci sarebbe stato del risentimento personale.

La Corte di appello nel 2020 ha stabilito che i fatti non sussistono, accogliendo la ricostruzione difensiva degli avvocati Vincenzo Lo Re, Giovanni Di Benedetto, Michele De Stefani e Massimo Solaro.

L’accusa sosteneva che una manina maligna avesse apposto la scritta “Annullato” sulla planimetria del piano interrato esaminata 32 anni prima dalla Commissione Edilizia, nella seduta del 2 maggio 1974.

Le difese avevano chiesto una perizia chimico-merceologica sulla ” vecchiezza” dell’inchiostro rosso sui documenti sequestrati al Comune, che avrebbe definitivamente sgomberato il campo da ogni margine di dubbio sulla data di apposizione delle scritte.

Il tribunale di primo grado invece si era limitato ad una perizia grafologia. Troppo poco per stabilire l’esatta datazione e per contrastare una perizia di parte che riportava il tutto davvero al 1974.


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