Cinque liste e spazio ai moderati | Regionali, l'idea del centrodestra - Live Sicilia

Cinque liste e spazio ai moderati | Regionali, l’idea del centrodestra

In attesa dell'esito del referendum, Fi punta ai centristi. Musumeci: "Alt a chi ha sostenuto il Pd"

Verso le elezioni
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PALERMO – Cinque partiti e un unico candidato. Almeno sui numeri, il centrodestra siciliano sembra aver fatto qualche passo avanti. Anche se, in vista delle prossime elezioni amministrative e regionali, resta decisivo l’esito del referendum costituzionale. Anche e soprattutto per le speranze di “riassorbire” qualche moderato fuoriuscito in questi anni dal recinto naturale, per appoggiare il centrosinistra vincente e fino a pochi mesi fa lanciatissimo di Matteo Renzi.

Ma il referendum potrebbe consegnare all’Italia un premier “azzoppato”, più debole. E accelerare così quella disgregazione che ha visto, in Sicilia, il clamoroso caso di Renato Schifani, tornato a Forza Italia dopo l’addio ad Angelino Alfano. “Ma il centrodestra non è un fondaco”. Nello Musumeci prova a tenere alta la barricata: “Serve, in vista delle prossime elezioni, – puntualizza – gente che ha scelto di stare sempre da questa parte. Non si può decidere di stare col centrosinistra mentre questo governa e poi pensare di tornare con disinvoltura quando questo inizia a dare segnali di debolezza”. Una posizione, quella di Musumeci, intransigente ma non del tutto condivisa, sembra, all’interno dei partiti che dovrebbero formare la coalizione a sostegno del futuro governatore.

Intanto i dialoghi continuano, serrati. L’ultimo incontro, in ordine di tempo, quello tra il leader di Cantiere popolare Saverio Romano e il coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Micciché: “Abbiamo parlato della situazione regionale – rivela Romano – e di come organizzare le forze che hanno fatto da vera opposizione a Crocetta”. Anche questo appare come un riferimento alle aspettative di rientro nel centrodestra di esponenti “scontenti” di Udc e Ncd. E qualcuno sembra già in procinto. L’ex esponente di Cantiere popolare e Udc Marianna Caronia, infatti, sta seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di tornare nel centrodestra, con Forza Italia.

Una operazione, quella del recupero dei moderati scontenti, che andrà di pari passo con la riorganizzazione del partito di maggioranza relativa, cioè Forza Italia. “A settembre – spiega il capogruppo all’Ars Marco Falcone – si terranno tre importanti incontri organizzati da Gasparri, Tajani e infine Parisi. Sono appuntamenti decisivi per una ristrutturazione di Forza Italia e allo stesso tempo per il suo ringiovanimento”. E al centro di tutto sarà proprio il lavoro di Stefano Parisi al quale Silvio Berlusconi sembra aver dato le chiavi di un partito che punta a recuperare molti centristi delusi. Un gruppo che potrebbe farsi più nutrito, appunto, nel caso di sconfitta di Renzi al referendum di ottobre.

“Non vorrei però – prosegue Musumeci – che questo passaggio si traduca con la voglia dello stesso Berlusconi di indicare direttamente i candidati alla presidenza della Regione. A settembre dovrà ripartire il dialogo sul perimetro della coalizione, ma anche sul metodo da seguire per la scelta del candidato: e spero che nessuno sia contrario all’idea di celebrare le primarie”. “Ma Forza Italia – precisa Falcone – non intende dettare i nomi. Non vogliamo giocare il ruolo di partito egemone, semmai quello del ‘collante’ tra le varie forze”. E le forze in realtà sono state già individuate. Si lavora infatti, trapela da fonti azzurre, a una coalizione composta da cinque liste che dovranno correre alla Regionali. Una di queste sarà appunto quella di Forza Italia, le altre di cui si parla sono quelle di Fratelli d’Italia-Noi con Salvini, Diventerà bellissima di Musumeci, il Cantiere popolare e altri centristi che fanno riferimento al mondo di Totò Cuffaro, infine una “lista del presidente” che potrebbe aprire anche a esponenti dell’Mpa e agli scontenti del Nuovo centrodestra. “Micciché – spiega l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro – sta facendo l’unica cosa al momento possibile: riunire la classe dirigente che ancora può contare su consenso e voti e provare così a ricostruire il partito”.

“Ma oggi – avverte Musumeci – l’impressione è che manchi l’entusiasmo. Troppi i tatticismi e troppi bizantinismi. E forse c’è qualcuno che vuole fare il furbo. Servono processi lineari e parole chiare. Spero che già a settembre si possano assumere le prime, importanti decisioni”. E settembre è ormai alle porte.

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