Circoscrizioni, è caos sui seggi| Sesta, il giudice fa di testa sua - Live Sicilia

Circoscrizioni, è caos sui seggi| Sesta, il giudice fa di testa sua

Alla Sesta circoscrizione il giudice decide di applicare un metodo di distribuzione dei seggi diverso da quello usato per il resto della città. E sui parlamentini di quartiere scoppia il caos.

PALERMO 2012
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Che la legge elettorale siciliana non fosse perfetta, è stato chiaro a tutti sin dalla chiusura dei seggi. Ma che la sua interpretazione, specie per le circoscrizioni, fosse così complessa, non se lo aspettava nessuno. L’Ars lo scorso anno, infatti, non si è limitata a introdurre l’elezione diretta per i presidenti di quartiere, ma ha anche cambiato il sistema di attribuzione dei seggi.

Non più un semplice proporzionale, applicato alle singole liste, ma uno doppio, applicato prima a quelle collegate al candidato presidente e poi alle singole componenti della coalizione. Una diversità che in pochi hanno colto, almeno in un primo momento, e che sta generando una gran confusione tra i candidati. C’è, infatti, chi in base alle regole del 2007 era convinto di avercela fatta e adesso si ritrova fuori e chi, invece, è passato dalla delusione all’euforia quando si è ritrovato eletto. Ma a Palermo sta accadendo qualcosa di ancora più particolare.

In ogni circoscrizione si è insediata una commissione elettorale, guidata da un giudice, che sta passando al vaglio tutti i verbali, così come prassi impone, per poi procedere all’individuazione degli eletti che verranno proclamati in un secondo momento. Pare, però, che il giudice a capo della commissione elettorale della Sesta circoscrizione non stia applicando il doppio proporzionale, così come tutti i suoi colleghi, ma il proporzionale puro.

Una decisione che ha lasciato di stucco candidati e rappresentanti di lista, che annunciano ricorsi. Il giudice in questione, convinto della sua interpretazione, avrebbe ignorato non solo una circolare degli Enti locali, ma addirittura disertato una riunione convocata a Palazzo delle Aquile proprio per individuare un metodo uniforme di assegnazione dei seggi. Peraltro inveendo anche contro il delegato del comune che lo ha contattato per chiedergli il perché dell’assenza alla riunione.

Dal comune assicurano, però, che il pericolo di un’errata attribuzione potrebbe essere scongiurato da un altro giudice che dovrà vagliare tutti i verbali e che, accortosi della singolare situazione, potrebbe aggiustare le cose. O almeno si spera.


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