PALERMO – Mancavano soltanto due articoli e la riforma che cancella le Province sarebbe stata realtà. Ma l’ultima ora di seduta a Sala d’Ercole ha stravolto le sorti di questa giornata, rinviando l’approvazione della riforma forse a domani, forse alla settimana prossima. E’ stato sulle funzioni da attribuire a Consorzi e Città metropolitane che in aula è scoppiato il caos: due rinvii, riunioni di maggioranza e una conferenza dei capigruppo allargata al presidente della Regione Rosario Crocetta non sono riuscite a mettere d’accordo maggioranza e opposizione.
La situazione, ad un certo punto, si è fatta tesissima. Durante l’incontro tra i capigruppo non sono mancate le parole grosse, e i toni molto accesi. La Lista Musumeci ha persino minacciato di occupare Sala d’Ercole se la proposta di modifica all’articolo che stabilisce le competenze non fosse stata ritirata. Perché, secondo i deputati dell’opposizione, c’era un accordo che il governo e la maggioranza hanno tentato di non rispettare: rinviare l’attribuzione delle funzioni alla legge istitutiva dei nuovi enti, fare esclusivamente una ‘legge cornice’ da definire più in là.
Secondo quest’ottica nel corso della seduta è stato ritirato l’emendamento del governo che quelle competenze le definiva, ma la bagarre è scoppiata quando – dopo una breve riunione alla quale hanno preso parte alcuni capigruppo – il presidente della Prima commissione e parlamentare del Pd, Antonello Cracolici, ha presentato una nuova proposta di modifica sostitutiva dell’intero articolo che (secondo Nello Musumeci e Toto Cordaro) non faceva altro che “riproporre l’emendamento del governo spacciandolo come riscrittura fatta dalla commissione, quando invece la commissione non si è mai riunita”.
Ma è giallo anche sul ritiro di quell’emendamento. Che – secondo alcuni esponenti della maggioranza – sarebbe il frutto di una decisione del presidente dell’Ars Ardizzone, non condivisa, in quel momento dal governo. E su questa “incomprensione” si è discusso animatamente anche durante la conferenza dei capigruppo, dove Antonello Cracolici ha fortemente polemizzato col presidente dell’Ars.
“Eravamo pronti ad approvare la legge entro stasera – ha detto in aula il capogruppo della Lista Musumeci, Santi Formica – ma qualcuno ha pensato bene di mettere i bastoni fra le ruote”. E così niente articolo 10. In aula, invece, sono stati approvati gli articoli che disciplinano la composizione degli organi delle Città metropolitane e le modalità di adesione dei comuni nuove aree. La conferenza metropolitana sarà composta dai sindaci dei comuni compresi nella Città, ma non è ancora chiaro come verranno eletti i sindaci e – soprattutto – chi li eleggerà. All’ultimo minuto Cracolici ha ritirato l’emendamento che stabiliva per loro l’elezione di secondo grado, lasciando di fatto la questione ancora tutta da definire. Le modalità di elezione, quindi, saranno discusse in un ddl successivo. Passato anche l’articolo 9, che disciplina la fuoriuscita dei Comuni dalle città metropolitane. Un emendamento di Cordaro ha aggiunto anche la disciplina delle modalità di adesione del comune all’area metropolitana, che passeranno sempre dalle delibere dei singoli comuni. Un emendamento di Cracolici, invece, ha introdotto anche il criterio della continuità territoriale.
LA DIRETTA DELLA SEDUTA
21.03 “Non si è trovata alcuna intesa in conferenza dei capigruppo”. Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha rinviato la seduta a domani alle 11.
21.00 Il clima è molto teso. I gruppi Lista Musumeci e Pid-Forza Italia non partecipano alla riunione dei capigruppo e minaccia di occupare Sala d’Ercole. Per il capo dell’opposizione Nello Musumeci “non si sa di chi sia figlio l’emendamento che attribuisce le funzioni che si era deciso di demandare alla legge istitutiva. La commissione non si è mai riunita per discutere”.
20.50 L’aula è nuovamente sospesa, il presidente Ardizzone ha convocato una conferenza dei capigruppo alla quale parteciperà anche il governo.
20.45 Formica (Lista Musumeci): “Questo articolo così non può essere approvato, chiedo di rinviare a martedì. Potevamo approvare adesso la legge ma qualcuno ha messo i bastoni tra le ruote”.
20.35 Falcone (Fi): “Ci sono voragini in questa norma”.
20.25 Cordaro (Pid-Fi): “Mi fa specie che dai colleghi del Cinquestelle non arrivi una parola sul percorso poco ortodosso che sta caratterizzando l’approvazione di questa legge”.
20.23 Cracolici (Pd): “Il nuovo testo dell’articolo conterrà due commi che indicano alcune funzioni di area vasta. Per le altre, invece, si rimanda alla legge istitutiva”.
20.18 L’aula è ripresa
20.00 Clemente (Misto): “E sarebbe questa la riforma delle Province? Ora abbiamo una splendida cornice ma senza alcun contenuto. Nessun risparmio di risorse rispetto alle Province, grande confusione sulle competenze e le funzioni dei liberi consorzi e delle aree metropolitane, nessuna garanzia per i livelli occupazionale. Manca inoltre un disegno complessivo di governo del territorio. Molto rumore per nulla”.
19.30 L’aula è sospesa per quindici minuti. Su richiesta del presidente della commissione Affari istituzionali Antonello Cracolici (Pd), si riunirà adesso una conferenza dei capigruppo che dovrà trovare una mediazione in relazione agli emendamenti all’articolo 10.
19.25 Cracolici (Pd): “E’ opportuno fermarci per stabilire il livello di funzioni minimali ma necessarie sia per i liberi Consorzi che per le Città metropolitane. Possiamo riprendere la partita, ci sono diversi emendamenti. Ma è un errore esitare l’articolo 10 rimandando ad un’altra legge. Le funzioni individuate devono essere di area vasta”.
19.00 Il governo ritira anche la riscrittura dell’articolo 10, che prevedeva la determinazione delle funzioni delle città metropolitane. Ci penserà una legge da approvare successivamente.
18.50 Approvato anche l’articolo 9, che prevede le norme per l’adesione dei Comuni alle città metropolitane: servirà una delibera dei Comuni, approvata a maggioranza assoluta. Un emendamento di Cracolici introduce anche il criterio della continuità territoriale.
18.39 Approvato l’articolo 8: ritirato l’emendamento che prevedeva che il sindaco delle città metropolitane venisse eletto dai sindaci della Conferenza (formata a sua volta dai sindaci dei Comuni dell’area metropolitana). Le modalità di elezione sono rinviate alla legge istitutiva.
18.35 Approvati gli emendamenti che prevedono l’elezione di secondo grado per il sindaco della città metropolitana. Ma sulle modalità di elezione si rimanda alla legge istitutiva.
18.29 Greco (Pds) a Crocetta: “Lei presidente consiglia a Renzi di non occuparsi dei politici politicanti, ma poi fa esattamente questo: si affida ai lanzichenecchi”.
18.25 Cordaro (Cantiere popolare): “Ogni volta che c’è la possibilità di ampliare una platea democratica, e il presidente Crocetta di dice favorevole, il Pd appare contrario. Mi domando perché si introducano ogni volta novità che disturbano l’iter della norma. E’ possibile che il problema non sia l’opposizione, che si è dimostrata responsabile, ma che siate voi della maggioranza?”.
18.23 Cracolici: “Ritiro la norma, così come richiesto dal governo. Anche perché era stato proprio il governo a prevedere questa modifica nel proprio testo originario”.
18.22 Crocetta: “Chiedo al presidente della Commissione Cracolici di ritirare l’emendamento. Così passiamo a votare”.
18.16 Milazzo (Forza Italia): “Questo emendamento è un affronto, che non ha nulla di istituzionale. Chiedo al presidente Crocetta di farsi promotore per far ritirare questo emendamento”.
18.10 Anche Figuccia (Forza Italia) chiede il ritiro dell’emendamento della prima Commissione.
18.05 Di Mauro (Pds): “L’emendamento della Commissione va ritirato. Che senso ha vedere i presidenti di Circoscrizione in un ente assai più vasto di quello per il quale erano stati eletti?”.
17.55 Formica (Lista Musumeci): “Ho letto che questa norma è un compromesso al ribasso di un accordo che ha coinvolto anche Ncd e i grillini. E Crocetta oggi si è preso tutti i meriti di quello che considera un ‘successo'”.
17.50 Grasso (Grande Sud): “Con l’emendamento che prevede che delle Città metropolitane facciano parte anche i presidenti delle Circoscrizioni, stiamo disegnando una Sicilia a doppia velocità”.
17.41 Falcone (Forza Italia): “L’Assemblea ha nuovamente cambiato percorso. Stiamo ritornando indietro al testo originario. Per tornare su discorsi vaghi, e poi dare appuntamento al parlamento tra qualche mese per affrontare ancora la questione. Insomma, questa legge è una piccola truffa. Non c’è nulla, solo immagine. La Sicilia deve affrontare emergenze vere, e perdiamo tempo con queste buffonate”.
17.33 Il ritiro della riscrittura del governo riporta il testo alla versione originaria. Un emendamento della prima Commissione, poi, prevede che l’elezione del sindaco metropolitano sia effettuata dalla Conferenza dell’ente, composta da tutti i sindaci della Città metropolitana e dai presidenti di circoscrizione dei capoluoghi che le prevedono.
17.31 Il subemendamento della Commissione prevede la presenza, nella Conferenza della città metropolitana, anche dei presidenti delle Circoscrizioni.
17.28 Il governo ha ritirato la propria riscrittura dell’articolo 8 sull’elezione del sindaco delle città metropolitane. Si passa all’esame del subemendamento del presidente della prima commissione Cracolici.
17.26 Valenti: “I commissari delle Province resteranno in carica finché non si approverà la norma”.
17.09 Inizia la seduta.
Le città metropolitane esistono. Adesso bisognerà capire chi dovrà guidarle. Dopo l’approvazione del controverso articolo 7 della riforma delle Province, l’Aula passa agli articoli che riguardano la composizione e la gestione del nuovo ente, che corrisponderà al territorio delle vecchie aree metropolitane.
Uno degli ultimi nodi da sciogliere, nella gestazione faticosa di questa legge, infatti, riguarda la figura del sindaco della città metropolitana. Chi deve essere? L’articolo 8, nel testo approdato in Aula, infatti, prevede che il “sindaco metropolitano” (così si chiamerà) sia il primo cittadino dei Comuni di Palermo, Catania e Messina. Una idea che potrebbe essere messa in discussione oggi con alcuni emendamenti che prevedono, invece, l’elezione della guida delle città metropolitane da parte dei sindaci che compongono l’assemblea del Consorzio.
“Noi crediamo – spiega Lino Leanza, di Articolo 4 – che la norma su questo punto non debba essere cambiata. Far coincidere il sindaco del Comune capoluogo con quello della Città metropolitana mi sembra una impostazione sensata, logica”. Intanto, proprio il partito di Leanza e del capogruppo Luca Sammartino incassa l’adesione al gruppo di un nuovo deputato: Alice Anselmo infatti lascia l’Udc per approdare ad Articolo 4. Un passaggio che rafforza ulteriormente il gruppo che si è formato nel corso di questa legislatura, adesso formato da nove deputati (la seconda forza politica della maggioranza). Perde ancora pezzi, invece, l’Udc che, dopo aver salutato pochi giorni fa Edy Bandiera (passato a Forza Italia) deve dire addio all’ex deputato del movimento Territorio. Adesso i centristi di D’Alia sono rappresentati a Sala d’Ercole da otto parlamentari.