CNA Catania, Davide Trovato è il nuovo Presidente

CNA Catania, Davide Trovato è il nuovo Presidente

Confermato Andrea Milazzo nel ruolo di segretario
ASSOCIAZIONI
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CATANIA – La CNA di Catania ha un nuovo presidente territoriale: è Davide Trovato, 44 anni, di Acireale. L’elezione è avvenuta durante l’assemblea 2025 dell’associazione degli artigiani, intitolata “Una visione futura”, tenutasi presso l’aula magna “Santo Mazzarino” del Monastero dei Benedettini. La Direzione provinciale ha inoltre confermato Andrea Milazzo nel ruolo di segretario.

Davide Trovato, laureato in Scienze della Società e Comunicazione e amministratore della GT Service srl di Acireale dal 2006, porta con sé una visione moderna e innovativa. Vanta un’esperienza di otto anni come presidente della sezione di Acireale della Confederazione e ha ricoperto il ruolo di vice e vicario di Floriana Franceschini a livello provinciale.

Il bilancio di Floriana Franceschini

Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Catania, Enrico Trantino, e del presidente regionale della CNA, Nello Battiato, l’assemblea ha ascoltato la relazione di Floriana Franceschini, presidente uscente dopo un doppio mandato durato otto anni. In questo periodo, la Franceschini ha posto al centro del dibattito pubblico regionale il destino delle PMI, l’interpretazione dei veloci cambiamenti sociali e tecnologici, e ogni possibile declinazione di futuro per gli artigiani.

“Si concludono otto anni nei quali ho avuto l’onore di presiedere una nobile e antica confederazione popolata da splendide persone con le quali ho lavorato con profitto e armonia”, ha esordito Floriana Franceschini. Ha riconosciuto che non è stato possibile attuare tutti i programmi, forse troppo ambiziosi, ma ha sottolineato l’impegno profuso: “posso però affermare senza paura di essere smentita che abbiamo messo sul tavolo tante iniziative, tante battaglie sindacali, tante collaborazioni e tanti protocolli d’intesa”.

La presidente uscente ha portato in assemblea una ventata di passione e ragionato ottimismo, affermando: “Si può fare sempre di più e lo faremo con la nuova presidenza”. Ha ricordato gli eventi eccezionali affrontati, come la pandemia, che ha messo a dura prova il lavoro di dirigenti, funzionari e imprenditori.

Nonostante le difficoltà, il sistema CNA ha reagito prontamente, creando una task force per fornire informazioni sui complessi Dpcm e mantenendo aperta la sede grazie all’impegno del segretario Andrea Milazzo e dei funzionari per garantire i servizi urgenti. La CNA di Catania ha continuato il suo lavoro, firmando ben 1.300 accordi sindacali per circa cinquemila lavoratori del comparto artigiano, assicurando loro gli aiuti previsti.

Franceschini ha poi evidenziato la centralità della manodopera e l’ottimo aumento degli associati come altri due “cavalli di battaglia” del suo mandato. Nonostante la pandemia, le crisi geopolitiche e le avversità (caro energia, calo disponibilità materiali, aumento prezzi materie prime, chiusure), la CNA di Catania è cresciuta, raggiungendo 4.314 iscritti complessivi.

Questo dato è particolarmente significativo in uno scenario globale che, negli ultimi 15 anni, ha visto le aziende artigiane di Catania perdere 3.203 unità. Inoltre, in questi otto anni, le aziende a conduzione femminile nella CNA di Catania sono arrivate al 21,41 per cento.

Un altro tema affrontato da Franceschini è stata la mancanza di manodopera specializzata, che ha spinto l’associazione a organizzare un importante corso su “Imprenditoria e Legalità” e a proporsi agli istituti tecnici e professionali. Anche la lotta al fenomeno dell’abusivismo imprenditoriale ha visto la CNA di Catania in prima linea. Sotto la presidenza Franceschini, l’associazione è anche diventata partner di università per varie ricerche e ha partecipato come sponsor alla Competition Start Cup.

Nuove sfide e reti d’impresa

Una tavola rotonda ha animato la discussione con gli interventi di Francesco Colianni, assessore regionale all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità, Rosario Faraci, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese presso l’Università degli Studi di Catania, Francesco Messina, manager delle due reti d’impresa di CNA Catania, e Andrea Milazzo, segretario della CNA etnea.

Milazzo ha sottolineato una lacuna nelle analisi sulla competitività, persino in rapporti autorevoli come quello di Draghi: la mancanza di attenzione al lavoro artigiano e al suo bisogno di manodopera qualificata. “Quando si parla di produttività, si guarda spesso solo alla scala industriale e all’innovazione delle attrezzature dei macchinari, dimenticando che per le imprese come le nostre – fondate sulla qualità, sull’unicità, sulla competenza manuale e creativa – la vera leva di produttività è la persona”, ha affermato Milazzo.

Ha evidenziato come la crescente difficoltà nel reperire personale qualificato sia stato il filo conduttore di numerose assemblee di mestiere. La CNA nazionale, e di conseguenza quella catanese, sta seguendo le orme con “corridoi professionali internazionali per la formazione di giovani stranieri”, protocolli con comunità di reinserimento come Sant’Egidio e San Patrignano, e accordi con il Ministero dell’Istruzione. È stata inoltre avviata un’agenzia per il lavoro accreditata presso la Regione Siciliana per facilitare l’incontro tra domanda e offerta e orientare i giovani.

Spostando il focus sui temi dell’energia e della transizione digitale, Milazzo ha notato un cambiamento nella società italiana e siciliana, una “presa di coscienza nuova” che ha permesso di promuovere due reti d’impresa operative: sinergIA per l’innovazione tecnologica (digitale, AI, software, IT, computer vision) ed EnergEtica per la transizione energetica (installatori, impiantisti, progettisti). Questi modelli, con la CNA come capofila e un manager operativo, mirano a fornire strumenti nuovi per affrontare i mercati e crescere insieme.

Rosario Faraci ha poi risposto alla sollecitazione di Milazzo sulla competitività, definendola non come superiorità sui concorrenti basata su prezzi bassi, ma come un “andare insieme” verso la qualità dei prodotti e dei servizi, l’autenticità del Made in Italy, l’attenzione alle persone e una presenza responsabile delle imprese artigiane nei territori. Ha enfatizzato l’importanza di nuove forme di collaborazione e cooperazione, come i contratti di rete, per innovare in un mondo in rapido cambiamento.

Francesco Messina ha evidenziato come le reti d’impresa rappresentino un’opportunità strategica spesso sottoutilizzata, frenata da timori come la perdita di autonomia. Ha sottolineato l’importanza di valutare i benefici concreti (economie di scala e di scopo, accesso a nuove competenze, sviluppo congiunto di mercati) e il ruolo cruciale del manager di rete, figura di snodo per la governance e la sostenibilità, capace di unire competenze organizzative, relazionali e strategiche.

L’assessore Colianni ha ribadito la necessità di “ricercare elementi di confronto, di analisi, di visione”, poiché solo insieme istituzioni e imprese possono raggiungere risultati importanti. Ha notato come la Sicilia sia il primo polo di investimenti energetici in Italia, ma ha sottolineato la necessità di strumenti di pianificazione chiari e la capacità di coniugare interessi diversi, come sostenibilità e investimenti energetici. Ha infine posto l’attenzione sul ruolo delle PMI siciliane nel panorama internazionale, sottolineando la loro intrinseca qualità.

La visione del nuovo Presidente Trovato

Il neo eletto presidente provinciale, Davide Trovato, ha evidenziato come l’epoca attuale imponga alle imprese di “decidere in fretta, adattarsi in fretta, innovare in fretta”. La CNA, a suo dire, deve essere l’opposto della burocrazia che rallenta: “deve essere un acceleratore, avendo però la lucidità di riconoscere dove stiamo andando e sapendo guidare le imprese. Quindi si tratta di scegliere bene dove e come correre”.

La parola d’ordine per i prossimi quattro anni sarà “velocità”, con un piano strategico fondato su quattro punti chiave: transizione generazionale, rappresentanza e dialogo con la pubblica amministrazione, servizi offerti alle imprese e ai cittadini, e comunicazione.

Per Trovato, la questione generazionale e il rischio di scomparsa di molti mestieri rappresentano una vera e propria emergenza sociale da affrontare subito, partendo da famiglie, scuole e università. Ha auspicato una nuova narrazione dell’artigianato per mostrare ai giovani il valore e la sostenibilità di fare impresa. Ha infine ribadito che CNA Catania, già opinion leader accreditato, vuole rafforzare ulteriormente il suo ruolo, incidendo sulle scelte politiche del territorio e proponendo soluzioni che avranno la città di Catania come punto di partenza.

I lavori sono stati conclusi da Dario Costantini, presidente della CNA nazionale. Costantini ha esordito evidenziando il problema del ricambio generazionale, lamentando che “solo un figlio su tre di un artigiano prende in mano l’azienda di famiglia, quasi si trattasse di un lavoro da sfigati. E invece noi artigiani italiani siamo riconosciuti ovunque per la nostra capacità di eccellere e i nostri prodotti affascinano il mondo”.

Ha poi puntato l’attenzione sulle 600mila imprese e i due milioni di addetti “che ogni giorno si preoccupano della manutenzione dei beni di questo Paese”. Sulla transizione energetica, ha criticato le tempistiche indicate dai vertici dell’Unione Europea, affermando: “Continuiamo a giocare al lotto, a dire baggianate: se sui macrotemi non saranno coinvolte le imprese, l’UE sbaglierà di brutto. L’Unione non conosce affatto l’impresa diffusa del nostro Paese”. Ha infine chiosato: “Si parla tanto di economia circolare, per fare un esempio, ma l’economia circolare è nata nelle imprese artigiane d’Italia, l’abbiamo inventata noi!”.


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