PALERMO – Il rischio è speculare e incombe sui due principali partiti di centrosinistra e centrodestra. Tutto ruota attorno all’incognita Piero Grasso e alla sua candidatura che non c’è ma che toglierebbe le castagne dal fuoco a tanti, con le spalle al muro dopo i cinque anni disastrosi dei governi di Rosario Crocetta.
Continua il teatro della messianica attesa per il presidente del Senato, che ha già fatto sapere di non potersi candidare ma su cui prosegue il pressing della disperazione da parte del centrosinistra. La parusia di Grasso continua a essere auspicata e ritenuta possibile dal centrosinistra, qualche spiraglio da Roma probabilmente resta aperto. E così il quadro rimane confuso e fluido. Ma Pd e Forza Italia rischiano seriamente di restare soli e col cerino acceso in mano. Tutto grasso, con la g minuscola, che cola per i grillini.
Nel centrosinistra gli sforzi di Leoluca Orlando di autoaccreditarsi come regista della coalizione stanno incontrando degli ostacoli. Il Pd ieri ha ridimensionato le ambizioni da leader del Professore. E prova ora a muoversi per ribadire la sua centralità. Gli alfaniani si sono già smarcati. I Centristi restano a metà strada aspettando gli eventi per capire se la candidatura di Gianpiero D’Alia, lanciata ieri da Marco Forzese, può trovare sponda con i vecchi alleati piddini. Al sindaco resta l’asse di ferro generazionale con Totò Cardinale e Carlo Vizzini, il resto, inclusa la fantomatica lista dei territori, è ancora tutto da costruire. A partire da una sintesi del programma affidata al mattareliano redivivo Rino La Placa.
La sinistra ha detto a chiare lettere che è della partita solo con Grasso, posizione ribadita fra le righe anche al termine della riunione di oggi con Orlando. Candidatura che assicurerebbe anche il sostegno di D’Alia e compagni, non di Alfano. Ma senza Grasso il salto nel vuoto è totale. E a quel punto potrebbe scattare un liberi tutti col rischio per il Pd di rimanere solo.
Che è poi il rischio speculare che corre Forza Italia. I propositi di allargamento della coalizione al centro di Gianfranco Miccichè sono rimasti tali al momento. Barbara Cittadini ha ribadito ancora una volta oggi la sua indisponibilità “peraltro immediatamente manifestata” a una candidatura. La levata di scudi forzista che chiede un candidato berlusconiano ha complicato le cose, palesando un ulteriore ostacolo a una soluzione ecumenica che riunisse tutta la coalizione su Musumeci. Che verosimilmente correrà a prescindere. A quel punto, se i moderati dovessero continuare a guardare al Pd e non tornassero alla casa del centrodestra, a Forza Italia resterebbe la strada di una candidatura solitaria e di bandiera. Con un nome ancora da inventare.