CATANIA – La zona del carcere di Bicocca. Ma anche via Della Concordia. Sono alcune delle zone di Catania dove il presunto capo di uno dei gruppi di trafficanti più forti della provincia di Enna, l’anziano pregiudicato Rosario Cuccia di Agira, un passato criminale di tutto rispetto con processi, condanne e inchieste per traffico di droga da diversi lustri, veniva a rifornirsi di droga.
Nonostante fosse ormai ampiamente in età pensionabile, per la polizia Cuccia ha avuto contatti con i suoi grossisti almeno 20 volte in tre mesi. Diverse volte li ha anche incontrati. E la maggior parte degli appuntamenti avvenivano a Catania. Con Antonino Celso e Vincenzo Massimiliano Guardo. L’inchiesta è stata condotta dagli agenti della squadra mobile di Enna e del commissariato di Leonforte, diretti dalla Dda di Caltanissetta.
La cocaina scadente
La polizia c’è arrivata con i contatti telefonici, ovviamente, ma anche grazie a pedinamenti e rilevazioni di dispositivi di localizzazione. Nel novembre del 2023 la polizia segue Cuccia e i suoi presunti luogotenenti per mezza giornata. E la conversazione verte sulla droga proveniente da Catania, presumibilmente da celso. Cocaina che non sarebbe stata certo di buona qualità.
A un certo punto, addirittura, Miano e Scardilli, due presunti spacciatori di Agira che farebbero parte del gruppo di Cuccia, si lamentano. Il loro dialogo, sintetizza il gip, “verteva sulla scadente qualità della “roba” che stava provocando una perdita di “clienti”, il cui unico responsabile era Cuccia”, “che si ostinava a non cambiare i fornitori”.
Gli affari rendevano bene
Pure un certo “Enrico” avrebbe restituito la droga perché, evidentemente, veniva ritenuta di bassa qualità. Tossicodipendenti o piccoli spacciatori, in pratica, in certe occasioni avrebbero restituito la droga perchè non buona: soddisfatti o rimborsati. Ma le cose comunque andavano bene, tant’è che 20 grammi di cocaina si sarebbero “persi”, non si sa come, a Regalbuto. E Cuccia non avrebbe fatto neanche troppe storie.
In pratica Cuccia, secondo quanto Sebastiano Miano e Filippo Scardilli, avrebbe lasciato correre. “Ora tantu iddu è viecchiu….. certu appizzamu vinti grammi a Reabbutu chi ci interessa….dopu tutti i sordi chi avanza cca…” (“Ormai tanto lui è vecchio… certo abbiamo perso venti grammi a Regalbuto e a lui che interessa, dopo tutti i crediti che vanta”).
Cuccia, Guardo e la cocaina scadente
Dal canto suo, il 47enne catanese Guardo ha diverse denunce nel suo passato per droga. Nelle intercettazioni chiama Cuccia “Zio”. E anche la droga di Guardo non sarebbe stata di ottima fattura. Il 21 novembre 2023, infatti, le intercettazioni lo raccontano.
“Va bene, zu Saru, dopu quannu si cca ni parramu megghiu… ora circamu d’abbirsari… ora un pocu so chi c’è…” La traduzione testuale sarebbe: “Va bene zio Saro, dopo quando sei qua ne parliamo meglio… ora cerchiamo di aggiustare… ora un poco quello che c’è…”. Il ché “alludendo – si legge nell’ordinanza – certamente alla scarsezza del “prodotto” sul mercato locale”.
I primi interrogatori
Per quanto riguarda gli interrogatori, Cuccia, Miano e Filippo Gazzo, difesi dall’avvocato Orazio Spalletta, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. I prossimi giorni potrebbero essere cruciali, perché i difensori potrebbero iniziare a presentare i primi ricorsi al Tribunale della Libertà.