Codice degli appalti, Pd: "Rischio corruzione con le nuove norme"

Codice degli appalti, Pd: “Rischio corruzione con le nuove norme”

I dubbi dei dem

PALERMO – Codice degli appalti: i dubbi dei dem. “Con il nuovo sistema di aggiudicazione degli appalti pubblici voluto dal governo e dalla maggioranza di centrodestra in Sicilia l’80% dei lavori sarà assegnato senza gara d’appalto: in questo modo si apre la strada al rischio di corruzione ed interessi illeciti”. Lo ha detto il capogruppo Michele Catanzaro che insieme con i parlamentari del gruppo Pd ha tenuto una conferenza stampa questa mattina nei locali dell’Ars in merito alla legge approvata dal parlamento regionale che introduce modifiche nel sistema degli appalti.

La proposta del Pd

In particolare i deputati del Pd avevano chiesto di modificare la norma che prevede la possibilità di affidare i lavori al di sotto di 5 milioni con procedura negoziata (ossia “ad inviti’) lasciando alle stazioni appaltanti l’incombenza di invitare 5 imprese per i lavori al di sotto di 1 milione e invitando 10 imprese per quelli fino a 5 milioni di euro.

Rischio infiltrazioni

“In Sicilia sarebbe servito un sistema con maglie più rigide rispetto al resto d’Italia, per questo avevamo proposto di raddoppiare il numero di ditte da invitare –ha aggiunto il parlamentare regionale Antonello Cracolici – è evidente che un numero così basso, in una regione con un forte radicamento di criminalità e malaffare, potrebbe consentire la nascita di cartelli ed accordi per condizionare il sistema degli affidamenti”.

Il capogruppo Michele Catanzaro ha poi ricordato l’impegno del Pd che ha portato a migliorare alcune parti della legge come per esempio l’introduzione di criteri di maggiore trasparenza nel sistema dei subappalti, l’introduzione della piattaforma digitale della Regione per tutte le stazioni appaltanti, l’albo unico delle imprese e dei fornitori e la necessità di essere iscritti all’albo anche per le ditte che lavorano in subappalto.


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