CATANIA – La famiglia Santapaola è riuscita in pochi mesi a ricompattare le fila e rimettere un padrino sul trono. Antonio Tomaselli, esponente storico del clan ed ex autista del boss Aldo Ercolano, sarebbe diventato la figura di riferimento della famiglia (“quello che teneva la carte delle estorsioni”, ndr) dopo gli arresti dell’operazione Kronos che lo scorso anno aveva decapitato l’intero organigramma di Cosa nostra. La nuova cupola ha inoltre dovuto affrontare i passi in avanti degli altri gruppi che stavano approfittando della crisi dei Santapaola. Tra questi anche i Mazzei. Ma i Santapaola avvertono i Carcagnusi che quando c’era da fare pulizia, i vertici hanno ammazzato anche Angelo Santapaola, il cugino di Nitto. “E si chiamava Santapaola”, si sente nelle intercettazioni (GUARDA IL VIDEO). Il riferimento all’omicidio del 2007 è un messaggio inequivocabile secondo gli investigatori del Ros.
Si chiama “Chaos” l’operazione che ha smantellato, nella notte, il clan Santapaola-Ercolano. Il Ros e i militari di Catania e Siracusa, nella notte, hanno arrestato 30 persone. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip di Catania Giuliana Sammartino su richiesta dei pm della Direzione Distrettuale Antimafia Marco Bisogni e Raffaella Vinciguerra che hanno coordinato insieme al procuratore Carmelo Zuccaro (VIDEO INTERVISTA) la delicata indagine che ha permesso di fotografare i nuovi assetti organizzativi della cosca, individuando il nuovo vertice e anche i componenti di ogni squadra militare a Catania e in alcune zone dell’Etna e anche della provincia aretusea.
In manette sono finiti 30 soggetti, sei già detenuti. Uno degli arrestati è ai domiciliari. Nel corso dell’indagine i militari hanno documentato diverse estorsioni, alcune consumate e altre tentate (in quest’ultimo caso anche attraverso il compimento di atti intimidatori). Vi sarebbe l’ipotesi anche di un sequestro di persone. E alcuni indagati sono accusati di detenzione di armi.
E’ finito in manette quello che è ritenuto il nuovo vertice della famiglia Santapaola-Ercolano, Antonio Tomaselli, 51 anni. Poi è stata disarticolata la squadra di San Giovanni Galermo composta da Salvatore Fiore, 50 anni, già detenuto, Giovanni La Mattina, 57 anni, Antonio Mangano, 40 anni, già detenuto, Luca Marino, 35 anni, Roberto Marino, 58 anni, Arturo Mirenda, brontese, 56 anni, già detenuto, Francesco Lucio Motta, 31 anni, già detenuto, Christian Paternò, 36 anni.
In manette i membri della squadra della stazione: Angelo Arena, 41 anni, Alfio Davide Coco, 40 anni. Smantellato anche il gruppo di Lineri (frazione di Misterbianco): Carmelo Distefano, 33 anni, Carmelo Rannesi, 53 anni, Corrado Monaco, 39 anni.
Del gruppo di Giarre sono finiti in manette: Orazio Di Grazia, 35 anni, Salvatore Leonardi, di Castiglione di Sicilia, 49enne. Di Paternò è finito in manette Carmelo Christian Fallica, 32enne. La mano della giustizia è arrivata fino al calatino: arrestato Gaetano Fiammetta, 25enne, e Sebastiano Vespa, 38 anni.
Nell’ordinanza del Gip si trovano anche i nomi di Alfio Romeo, 34 anni, accusato di stupefacenti e Giuseppe Modica, calatino finito ai domiciliari, 29enne che sarebbe coinvolto in una estorsione. I due non sono ritenuti organici al clan, ma è contestata l’aggravante mafiosa.
Infine colpiti gli affiliati della famiglie Nardo di Lentini ritenuta dagli investigatori alleata dei Santapaola. Della cosca siracusana sono finiti in manette Francesco Caltabiano, 59 anni, Fabrizio Iachininoto, 47 anni, già detenuto, e Cirino Rizzo, 46 anni.
Coinvolti nella delicata inchiesta anche i Mazzei con cui si sarebbero registrati forti tensioni. Dalle file dei Carcagnusi sono stati arrestati Alfio Maugeri, 59 anni, Mario Maugeri, 53 anni (i due sono ritenuti i capi), Orazio Coppola, 53 anni, Santo Di Benedetto, 60 anni, Carmelo Pantalena, 44 anni, già detenuto, Mario Pappalardo, 45 anni.
“L’attività di indagine si pone in linea con l’indagine Kronos”, afferma Antonio Parrillo del Ros, durante la conferenza stampa della Procura. “L’abbiamo chiamata Chaos perché fotografa il momento di riorganizzazione dei principali assetti della mafia catanese. La famiglia Mazzei ha tentato di approfittare del momento di crisi dei Santapaola. Alcuni affiliati – evidenzia l’investigatore – sono stati particolarmente intraprendenti. Sono state registrate, infatti, fibrillazioni assolutamente notevoli. Quando i Santapaola volevano evitare l’espansione dei Mazzei, hanno ricordato l’omicidio di Angelo Santapaola per rivendicare che quando ci sono problemi li risolviamo noi. Ai diversi summit- dice Parrillo – partecipano esponenti della famiglia Tomaselli. Gli incontri con i gli affiliati dei Nardo servivano per rifare la mappa della mafia”. I Mazzei avrebbero aggredito uno del clan Santapaola (ancora non identificato) e sarebbero stati avvertiti e minacciati. I Carcagnusi sembravano intenzionati a prendere il controllo dello spaccio in una precisa zona. Ma i Santapaola li hanno bloccati.
I Ros sono riusciti a penetrare in una rete di telefoni citofono chiusa e utilizzata solo dagli affiliati. Cellulari naturalmente intestati a persone estranee alle indagini, ma anche compiacenti del clan.
Il baricentro criminale dei Santapoala con la nomina di Antonio Tomaselli a reggente si è spostata a San Giovanni Galermo, luogo di residenza del boss. I nuovi equilibri di potere si spostano man mano che l’organizzazione si riassetta a seguito di blitz e retate.