CATANIA – Il sequestro dello scorso ottobre al boss dei Santapaola- Ercolano Benedetto Cocimano era solo l’inizio. Il mirino degli uomini della Dia di Catania, infatti, non ha lasciato l’obiettivo e una certosina indagine patrimoniale ha portato a un nuovo provvedimento di Misure di Prevenzione. Questa volta la proposta al Tribunale è arrivata direttamente dalla Procura di Catania che ha delegato la sezione catanese della Direzione Investigativa Antimafia di Catania, diretta dal capo centro, Renato Panvino di “monitorare” la provenienza dei beni e del patrimonio di Benedetto Orazio Cocimano. Il 53enne è destinatario di un decreto di sequestro in corso di esecuzione. Il Tribunale di Catania ha disposto il sequestro di due appartamenti, tre garage ed un locale deposito. Il tutto per un valore stimato in circa 600.000 euro.
IL PROFILO DI COCIMANO. Cocimano è stato arrestato nel 2014 dalla Squadra Mobile nell’ambito dell’inchiesta Ghost e condannato in primo grado. La sua ascesa criminale inizia nel 2009: si assiste a una vera e propria scalata all’interno della gerarchia criminale di Cosa nostra. Dalle risultanze investigative Cocimano avrebbe avuto il ruolo di reggente militare con il compito di tenere la “cassa degli stipendi” degli affiliati. Una mansione acquisita quando i Carabinieri nel 2009 hanno interrotto un summit in una villetta di Belpasso e hanno catturato la cupola dei Santapaola. Tra questi Santo La Causa, oggi collaboratore di giustizia che accusa Benedetto Cocimano di aver preso parte all’omicidio di Luigi Ilardo, l’infiltrato della famiglia Madonia, ucciso nel 1996. Benedetto Cocimano, infatti, sta affrontando il processo per omicidio davanti alla Corte d’Assise di Catania.