Come si trasforma San Berillo: edificio da abbattere e ricostruire

Come si trasforma San Berillo: altro edificio da abbattere e ricostruire

La determina e il via libera della Sovrintendenza

CATANIA – Un altro edificio da abbattere e ricostruire fedelmente in centro storico a Catania. Anzi in particolare a San Berillo vecchio che, in attesa della riqualificazione generale, pietra dopo pietra sta cambiando volto.

Almeno in via Di Prima, strada che delimita la parte del quartiere che ha resistito alla demolizione degli anni Sessanta e dove le ruspe sono in azione già da un pò.

È del primo luglio la Determina dirigenziale che autorizza la Locat Srl, società che si occupa di compravendita e affitto di immobili residenziali relativamente a un “Progetto di recupero, rifunzionalizzazione e fedele ricostruzione di un immobile sito in Catania via Di Prima, angolo via Carramba, in catasto fabbricati al foglio 69, particella 787”.

La pratica edilizia

La pratica edilizia è stata avviata nel novembre del 2023, qualche mese dopo l’acquisto dell’immobile, datato 10 agosto 2023. Secondo la zonizzazione del Prg vigente del 1969 e riportata nella determina, “l’immobile interessato ricade in Zona “L”, simbolo “S”, ricadente in Centro Storico L R. 13/15; Zona Territoriale Omogenea “A”.

Poco dopo però, viene evidenziato che “Visti gli atti ed i grafici della deliberadi Consiglio comunale n.7 del 23/03/2022 di approvazione dello “Studio di dettaglio del Centro Storico”, l’immobile ricade nella Tipologia Tc, ovvero quella relativa agli “Edifici diruti o in grave stato di degrado”.

Il simbolo ‘S’, oltre tutto, non sarebbe riportato nelle tavole, come già accaduto in occasione dell’edificazione del supermercato di via Sabato Martelli Castaldi. “L’apposizione del simbolo ‘S’ non è presentenelle tavole di Prg approvate nel l 964 – riporta la Determina.

Il simbolo deriva dai piani di ristrutturazione che non configurano diversa zonizzazione di Prg ma dettagli di pianificazione esecutiva. Valgono pertanto i criteri generali Zona “L””.

Non solo: nel documento viene citata una “perizia giurata sulla consistenza e vulnerabilità degli immobili redatta dall’ingegnere ClaudioCarbone” secondo cui, sebbene zona destinata a servizi, “la costruzione degli edifici è antecedente al 1942 e la tipologia e la consistenza manifestano la residenza come destinazione d’uso”, compatibile con la destinazione da Piano regolatore di “strutture alberghiere”.

Lo Studio di dettaglio e il progetto

Stando allo Studio di dettaglio, l’immobile ricade nella tipologia di edifici fortemente degradati, per i quali sono previsti “interventi didemolizione e ricostruzione per l’edilizia di base” e, “qualora possibili e valutati favorevolmente dalla conferenza di servizi, saranno consentiti anche con Progetto di Architettura di Qualità.

Può non essere rispettata la sagoma, ma sarà obbligatorio mantenere la cubatura vuoto per pieno dello stato di fatto esistente e le altezze massime non potranno superare quelle dei fabbricati adiacenti ai quattro fronti dei prospetti”.

Parametri che sono stati verificati dall’istruttoria. “L’intervento progettuale non cambia la superficie totale dello stato di fatto – si legge nella Determina; la cubatura subisce un decremento da metri cubi 4.496,89 a metri cubi 3.907,73. 

Non cambia la sagoma né l’area disedime e vengono sottratte le superfetazioni”. E ancora: “È prevista un’area parcheggio all’interno del sito e l’altezza massima di progetto non supera quella dei fabbricati adiacenti ai quattro fronti dei prospetti”.

La Sovrintendenza

Nel documento si richiama anche l’art.19 comma 4 del Regolamento edilizio, secondo cui questa tipologia di intervento è subordinata al rilascio del nulla osta da parte della soprintendenza ai beni culturali e ambientali.

Nulla osta concesso, come conferma la sovrintendente Donatella Aprile, con delle prescrizioni. “Abbiamo dato parere favorevole – spiega – poiché, come riportato dallo Studio di dettaglio dell’Urbanistica, non è un edificio di interesse, ma la ricostruzione deve essere identica, come accaduto anche in altri isolati”.

Il nulla osta della Soprintendenza è vincolato alla conservazione storica dell’immobile e alla coerenza con la storia del quartiere. “L’immobile – si legge – dovrà essere orientato alla non totale cancellazione della matrice storico/testimoniale alla quale si iscrive l’edificio, quale frammento urbano del quartiere “San Berillo”.

Il progetto dovrà dunque mantenere, in particolare sul prospetto di cui deve essere riproposto “integralmente l’apparato decorativo”, e dovranno essere “riproposti materiali e finiture che rimandino alla tracciabilitàtemporale storicizzata”.

Nessun onere di urbanizzazione è previsto poiché non è previsto un aumento della cubatura.


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