PALERMO- I Comitati Civici appoggeranno Leoluca Orlando alle elezioni comunali dell’undici giugno. Il movimento lo ha annunciato in una conferenza stampa congiunta con l’associazione Fiori d’Acciaio, comunicando l’abbandono della coalizione di Fabrizio Ferrandelli a cui in un primo momento aveva annunciato il proprio sostegno. I Comitati non si presenteranno con il proprio simbolo ma saranno presenti nelle diverse liste di sostegno al sindaco uscente.
Una visione comune sul futuro della città e una maggiore sintonia sugli obiettivi da perseguire: questi i motivi citati dai dirigenti dei Comitati Civici di Palermo per appoggiare la candidatura a sindaco di Leoluca Orlando. “L’obiettivo – dice Claudio Castronovo, segretario e fondatore del movimento – è dare un contributo alla crescita della città, anche se rimanendo in una posizione critica e indipendente”. A pesare, nella scelta dei comitati, anche l’evoluzione della coalizione di Fabrizio Ferrandelli, cui in i Comitati avevano garantito l’appoggio: “In un primo momento era sembrata un’operazione civica – dice Giovanni Geloso, consigliere comunale per i Comitati Civici – ma gli ultimi avvenimenti ci hanno convinto che la politica ha ancora una forte voce in capitolo in quella coalizione, e noi vogliamo salvaguardare la natura civica del nostro progetto”.
Accanto ai Comitati Civici si schiera anche il movimento di donne Fiori d’Acciaio, rappresentato da Marcella Cannariato: “l’unico che ha creato le condizioni per aiutare i poveri e le persone svantaggiate è Orlando – dice Cannariato – con Manifesta e le altre grandi manifestazioni questa amministrazione ha creato le condizioni per una crescita, e per questo abbiamo deciso di spostarci nel nostro alveo naturale, là dove ci può essere un rilancio”. Di una sintonia naturale parla anche Leoluca Orlando, che sottolinea come il suo progetto e quello dei Comitati Civici possono stare insieme perché garantiscono l’armonia e la continuità nella gestione dei cambiamenti di Palermo: “Parliamo lo stesso linguaggio, e chi parla lo stesso linguaggio è naturale che stia insieme, anche se con qualche divergenza politica”.