“Hanno vinto loro: chiudo i negozi e vado via da Gela”: così, il 2 marzo scorso, il commerciante Nicola Fabrizio ‘Niky’ Interlici, 42 anni titolare di un negozio di abbigliamento e uno di scarpe, annunciava la sua “resa” al racket dopo avere subito gli ultimi due attentati. Ma secondo i carabinieri del comando provinciale di Caltanissetta, che lo hanno arrestato, gli incendi a un suo magazzino e alla sua Smart li ha fatti appiccare proprio lui per potere dimostrare il suo stato di vittima e incassare i soldi dell’assicurazione.
Assieme a Interlici, ritento il mandante, militari dell’Arma hanno anche arrestato Giuseppe Noto, 25 anni, ex fidanzato della sorella del commerciante, che avrebbe avuto il ruolo di intermediario, reclutando due giovani, ancora in corso di identificazione, che materialmente avrebbero appiccato le fiamme, il 22 agosto del 2009, al deposito di vico Imperia. Il commerciante è anche ritenuto il mandante, affidando l’incarico a un minorenne, dell’incendio della Smart, avvenuto lo scorso 1 marzo, in via Apollo, le cui fiamme si estesero ad altre due autovetture posteggiate vicine e ai prospetti delle abitazioni, causando danneggiamenti a condotte gas ed elettriche. Interlici è indagato anche per calunnia per avere accusato l’uomo che aveva compiuto due atti intimidatori reali ai suoi negozi, Calogero Greco, che per quei reati ha già patteggiato la condanna. Interlici e Noto sono stati arrestati da carabinieri in esecuzione di un ordine di custodia cautelare emesso dal Gip di Gela, Lirio Conti, su richiesta del procuratore Lucia Lotti, che ha disposto per i due indagati gli arresti domiciliari.