Comune di Palermo, passano a tempo pieno 350 dipendenti part time - Live Sicilia

Comune di Palermo, passano a tempo pieno 350 dipendenti part time

Tra questi ci sono anche 171 agenti della polizia municipale
PALAZZO DELLE AQUILE
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PALERMO – Al Comune di Palermo passano a tempo pieno (36 ore settimanali) i 350 dipendenti con contratti appartenenti all’area degli Istruttori (ex cat. C) che sono stati assunti con contratti a tempo parziale e indeterminato.

“Con la stabilizzazione a tempo pieno e indeterminato di 350 unità, ex categoria C, l’amministrazione comunale si appresta a rispettare e a completare un’ulteriore tappa del piano di fabbisogno del personale. In questo modo, riusciamo anche a potenziare settori nevralgici del Comune, come ad esempio il Corpo della polizia municipale e quello degli istruttori contabili – affermano il sindaco Roberto Lagalla e l’assessore al Personale Dario Falzone -. Un altro passo in avanti, dopo che alla fine dello scorso anno sono stati stabilizzati i dipendenti ex categoria D”.

Passano a tempo pieno, tra gli altri, 171 agenti di polizia municipale, 83 istruttori contabili e 27 assistenti dei servizi turistici e culturali. L’aumento delle ore era previsto nel Piano triennale del fabbisogno del personale aggiornato lo scorso marzo.

“L’aumento a 36 ore settimanali per 350 lavoratori part time del comune di Palermo, deciso dall’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Lagalla, è il risultato di un lungo percorso che ha visto il Csa-Cisal parte attiva e propositiva. Un’operazione che consentirà di dare il giusto riconoscimento a lavoratrici e lavoratori e rinforzare il personale comunale in uffici nevralgici, garantendo servizi migliori alla città. Ora toccherà a circa 1.700 lavoratori di categoria A e B, definendo così il processo del completamento orario per tutti i part time; un passaggio che seguiremo con attenzione per il ruolo imprescindibile di questo personale”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Nicola Scaglione del Csa-Cisal.

“Altrettanto necessario è procedere, senza indugio, allo sblocco delle progressioni di carriera ferme da oltre vent’anni – continuano Badagliacca e Scaglione – utilizzando tutte le risorse dello 0,55% entro il 2025. Un riconoscimento doveroso per tutte le lavoratrici e i lavoratori che spesso svolgono mansioni superiori, in condizioni difficili, con stipendi fra i più bassi della Pubblica Amministrazione e che da troppi anni si vedono negare il giusto riconoscimento di carriera”.


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