SANT’ALFIO. Sospensione dal servizio per quattro mesi. Così ha deciso il gup di Catania Daniela Monaco Crea, accogliendo la domanda di applicazione della misura interdittiva richiesta dal pubblico ministero Marco Bisogni nei confronti di Maria Grazia Cinzia Emmi, dipendente comunale di Sant’Alfio. La donna è indagata per falsità ideologica, nell’ambito dell’inchiesta Camaleonte che ha acceso i riflettori sulle comunità lager tra Giarre, Mascali e Sant’Alfio, gestite da Giovanni Pellizzeri e dal figlio Mario. La donna, all’epoca geometra in servizio all’ufficio tecnico comunale di Sant’Alfio, in concorso con Domenico Neglia, allora responsabile dell’utc, oggi in pensione, e con Giovanni Pellizzeri, avrebbe attestato falsamente di aver compiuto un sopralluogo, in realtà mai effettuato, nella comunità per minori di via de Paoli, gestita dalla cooperativa Esperanza, e di aver trovato una struttura “adeguata agli standard regionali ed alla vigente normativa di sicurezza”. In realtà quella comunità presentava carenze gravissime. Non solo. Non risultava nemmeno iscritta all’Albo Regionale ed era priva delle necessarie autorizzazioni.
Per questo nel febbraio del 2016 il sindaco di Sant’Alfio Giuseppe Nicotra ne aveva disposto la chiusura con ordinanza. Ma un mese dopo il Dipartimento Famiglia e Politiche Sociali della Regione Siciliana inspiegabilmente ne autorizzava con decreto la riapertura. A trarre in inganno la dirigente regionale sarebbe stato, secondo l’accusa, proprio il parere positivo rilasciato dal Comune di Sant’Alfio. Un atto, firmato dal dirigente Neglia, non protocollato e consegnato a mano al cognato di Giovanni Pellizzeri. Il dirigente, come emergerebbe anche da alcune intercettazioni captate all’interno degli uffici comunali, si sarebbe fidato di quanto redatto dalla geometra Emmi.
Neglia: ha lavorato moltissimo e qua, in effetti qua, la sua parte…l’Urbanistica la gestiva lei
Uomo: no ma…una ragazza che…
Neglia: niente da dire, sveglia! Come cazzo fai una cosa di questa, un parere di questo lo dai così, senza protocollo, senza istanza, senza niente, me lo fai firmare solo a me e tu non lo firmi, il 29 dicembre…e lo consegni al primo che capita, cioè il primo che capita?! Ad uno che viene e glielo consegni…
Uomo: no…lasciamo perdere questo discorso, che poi uno in queste discussioni…sono discussioni complicate
Neglia: minchia, ad uno gli si gonfiano le scatole! Perché dico: porca miseria, è una vita che tu…le concessioni, le autorizzazioni le hai fatte e quindi io, cosa controllo più? Dopo che è da una vita che tu fai queste cose…
Uomo: certo!
Neglia: io non controllo più, cioè gli metto la firma…dice: sai? Firmiamo. Firmo. Minchia non…
Uomo: certo, nei tuoi confronti ha agito un pochettino…
Neglia: …qua dentro tutte le altre firmate da me e da lei, solo quello non firmato da lei
In un’altra intercettazione è la Emmi ad affrontare l’argomento con una collega.
Emmi: allora, il tutto è scaturito da quella cosa Esperanza, giusto? Eh! Io l’ho fatta insieme a Giovanni e lui (Neglia) era presente, giusto? L’ha firmata solo lui (Neglia), ma noi, a livello urbanistico siamo a posto, è inutile che loro mi dicono… no, io te ne posso parlare perché io lo so con chi sto parlando, giusto?
A: ma voi avete fatto…avete dato l’autorizzazione per la struttura
Emmi: per la parte che io ho…
A: e poi voi non è che entrate in merito alla cooperativa…
Emmi: e non c’era previsto il sopralluogo, non c’era previsto, perché io…è civile abitazione, io non devo venire da te a fare il sopralluogo in modo che
A: allora si deve prendere l’avvocato?
Emmi: lui, penso, Mimmo! Ma che ben venga! Spende soldi! Meno male che non c’era la mia firma, guarda! Te lo giuro, perché io la stavo mettendo. Poi Giovanni mi ha detto: “perché la devi mettere? C’è qua solo il capo dell’area tecnica. Gli ho detto: vero! Meno male! E’ il sindaco che la paga…non li ha usciti i soldi per quelli, di tasca sua, quando hanno fatto la denuncia? E li esce anche per gli altri, non l’ho capito!! Che ora sono “niri e nore”, giusto?
E poi qualche giorno dopo.
Emmi: io soldi per l’avvocato non ne spendo, la mia firma non c’è e scarico tutte cose a lui.
Per il gip l’indagata avrebbe dimostrato una particolare spregiudicatezza ed una propensione a delinquere tali da ritenere fondato il pericolo di reiterazione del reato, nonostante la stessa non sia più in servizio all’ufficio tecnico comunale ma all’ufficio tributi. Anche nel corso dell’interrogatorio, si legge ancora nell’ordinanza, avrebbe dato prova di “non avere minimamente compreso il disvalore dell’azione compiuta, recitando il ruolo della funzionaria precaria sprovveduta e cercando, in piena sintonia con quanto emerso anche dai servizi di intercettazione, di scaricare esplicitamente o implicitamente le proprie responsabilità sui colleghi senza, però, effettuare delle accuse specifiche riscontrabili”.