"Condizione inumana e degradante" | Bacchettata per il carcere Pagliarelli - Live Sicilia

“Condizione inumana e degradante” | Bacchettata per il carcere Pagliarelli

Il carcere Pagliarelli di Palermo

Il magistrato di Sorveglianza accoglie il ricorso di un avvocato catanese in rappresentanza di undici detenuti del carcere. Il Provveditore: "La situazione, nel frattempo, è migliorata".

PALERMO – Condizione carceraria “inumana e degradante”. Il magistrato di Sorveglianza di Palermo accoglie il ricorso di undici detenuti del carcere Pagliarelli e bacchetta la direzione della casa circondariale, il Provveditorato regionale e il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Dovranno “adottare gli opportuni provvedimenti per rimuovere le riscontrate violazioni dei diritti dei detenuti, concernenti il rispetto dello spazio vitale all’interno delle celle, il diritto ad occupare una cella con compagni non fumatori, il diritto a fruire di adeguati periodi di tempo all’esterno delle celle fruendo della cosiddetta socialità, il diritto all’uso adeguato di bagni e docce e degli altri oggetti necessari alla cura e alla pulizia della persona e di assumere tutte le iniziative necessarie a garantire condizioni di detenzione conformi ai parametri previsti dal quadro normativo di riferimento”.

A firmare il reclamo è stato l’avvocato Vito Pirrone del foro di Catania. L’ordinanza del magistrato di sorveglianza è del 7 luglio scorso ed arriva quando, così spiega il provveditore regionale delle carceri, Maurizio Veneziano, molto è già stato fatto per migliorare la vivibilità del Pagliarelli e delle altre strutture penitenziarie dell’Isola.

È lungo l’elenco delle contestazioni mosse nel ricorso dei detenuti: dalle celle sovraffollate e senza distinzione fra fumatori e non alla mancanza di palestra e di zone comuni dove mangiare, dalla mancanza di acqua calda al mal funzionamento degli scarichi, dall’assenza di intimità anche per i bisogni corporali ai termosifoni spenti.

Il magistrato di Sorveglianza ha chiesto una relazione alla direzione del carcere che ha risposto nel gennaio 2013. La nota coincideva in buona parte con il quadro disastroso tracciato nel ricorso. Da qui la conclusione del giudice: “Non può negarsi, invero, che nonostante gli interventi organizzativi operati dall’Amministrazione penitenziaria, la condizione detentiva denunciata dai reclamanti, contraddistinta da un endemico sovraffollamento e da un ambiente restrittivo deteriorato e fatiscente per la carenza pluriennale di interventi di manutenzione, integri una sostanziale compromissione dei diritti fondamentali del detenuto”.

E così, il 7 luglio scorso, il giudice ha respinto la richiesta di risarcimento danni avanzata dagli undici detenuti, ma ha stabilito che le cose al Pagliarelli dovranno cambiare. “Per la verità – spiega Veneziano – molte sono già cambiate. Al Pagliarelli ad esempio, adesso sono garantite le necessarie ore d’aria, è stato attivato un nuovo reparto con 304 posti, sono stati rimossi i banconi e le vetrate nelle sale colloqui, sono in corso i lavori per aumentare la dotazione d’acqua. Questo non significa – prosegue – che sia stato fatto tutto il necessario, ma la situazione è migliorata. A questo va aggiunto che mentre nel 2011 i detenuti nelle carceri siciliane erano 8000 oggi sono scesi a 6400”.

E la conferma dei progressi raggiunti, conclude Veneziano, arriverebbe anche dalla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’uomo, che dopo avere bacchettato il nostro paese per le pessime condizioni carceraria “ha deciso di concedere all’Italia un altro anno per mettere le cose a posto”.

 

 

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI