PALERMO – Dieci commissari adesso sono in bilico. Dopo la sentenza della Consulta che ha definito, in sostanza, illegittime le nomine nella Sanità del governo Crocetta scaturire dal cosiddetto “bloccanomine”, l’esecutivo Musumeci deve gestire una questione assai ingarbugliata.
In parte chiarita dalle parole giunte da Ustica, dovel’assessore Ruggero Razza oggi ha relazionato alla giunta, dopo la pronuncia: “Le sentenze della Corte Costituzionale – si legge nella nota – producono i loro effetti dal momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. E gli effetti non travolgono gli atti già compiuti. Il governo regionale ha dato mandato all’assessore alla Salute, Ruggero Razza, di assumere ogni determinazione in ordine alla esecuzione della pronuncia della Consulta nei termini previsti dalla legge che, peraltro, – prosegue la nota – consentono di definire il procedimento dopo il formale insediamento della commissione istituita per il procedimento di nomina dei direttori generali, previsto per il 23 luglio prossimo. Alla luce della programmazione dei lavori, infatti, verrà deciso se adottare la mera conferma tecnica dei commissari, ovvero se introdurre alcuni elementi di novità”.
Cosa succede, quindi? Intanto qualche giorno trascorrerà in attesa della pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale. A quel punto si sarà già insediata la Commissione che dovrà valutare i curriculum e avviare le selezioni. Ma sarà centrale il “tempo” che i commissari esterni potranno prendersi per scegliere i nuovi direttori generali. Questo emerge dalla parole di Razza, confermate da fonti di piazza Ottavio Ziino. Se la Commissione indicherà un orizzonte troppo distante per il completamento delle procedure, allora il governo potrebbe optare per le nuove nomine (quelle che Razza definisce, appunto, ‘elementi di novità’), se invece i commissari nella programmazione dei lavori indicassero una data assai vicina (in assessorato sperano tra la fine di agosto e i primi di settembre) il governo potrebbe optare appunto per quella che Razza definisce una “conferma tecnica”: quanto basta, insomma, per garantire la continuità amministrativa nel breve periodo. Altra strada è quella di un avvio del procedimento di revoca dei commissari che però ovviamente necessiterebbe di un tempo congruo, anche per valutare eventuali controdeduzioni dei diretti interessati: a quel punto potrebbero essere già pronte le nuove nomine.
Una strada che invece l’assessorato eviterebbe volentieri è quella della revoca veloce e della sostituzione con nuovi commissari. La scelta infatti di nuovi nomi, mentre è in corso la procedura per selezionare i direttori generali, rischierebbe, potenzialmente, di influenzare l’operato stesso della commissione giudicatrice.
Resta, però, un dubbio: se i commissari resteranno al loro posto, pur essendo considerate le nomine illegittime (e quindi il loro operato, a partire dalla prossima pubblicazione in Gazzetta della Sentenza della Consulta), quale commissario si assumerà la responsabilità di firmare un solo atto? Un problema che riguarderà, come detto, i dieci commissari in bilico. Si tratta di Antonio Candela (Asp Palermo), Gervasio Venuti (Asp Agrigento), Maurizio Aricò (Villa Sofia-Cervello), Anselmo Madeddu (Asp Siracusa), Gaetano Sirna (Asp Messina), Giovanni Bavetta (Asp Trapani), Giovanni Migliore (Arnas Civico di Palermo), Fabrizio De Nicola (Policlinico di Palermo), Giorgio Santonocito (Arnas Garibaldi di Catania), e Michele Vullo (Policlinico di Messina).