Confindustria boccia i partiti| "Così l'Italia va in bancarotta" - Live Sicilia

Confindustria boccia i partiti| “Così l’Italia va in bancarotta”

Antonello Montante

I risultati di Grillo? Direttamente collegati all'incapacità degli altri partiti di ascoltare le piazze. Il futuro del Paese? Bancarotta di mercato nel giro di sei mesi se non si dovesse trovare una soluzione all'ingovernabilità. Il presidente degli industriali siciliani analizza il voto e avverte: "Così non si va avanti".

PARLA ANTONELLO MONTANTE
di
2 min di lettura

PALERMO – Un vero e proprio tsunami. Travolgente. E che rischia di lasciare dietro di sé soltanto macerie. È una analisi impietosa quella del presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. Che, a due giorni da un voto che ha di fatto consegnato un Paese all’ingovernabilità con un pareggio al Senato tra il centrosinistra di Pierluigi Bersani e il centrodestra Silvio Berlusconi, afferma senza giri di parole: “Se non si dovesse trovare una soluzione, nel giro di sei mesi l’Italia è destinata alla bancarotta di mercato”.

Un vortice ingestibile, che ha già fatto capolino portando lo spread, ossia il differenziale tra i Btp e i Bund, a quota 350 punti per poi ripiegare leggermente a 344 in chiusura (sopra comunque la cosiddetta quota Monti, il livello considerato gestibile pari a 287 punti) e Piazza Affari in profondo rosso a -4,89%. “Un Paese credibile – commenta Montante – è attraente per gli investitori stranieri e per le proprie imprese. Un Paese instabile, viceversa, fa scappare chiunque voglia fare impresa. E questo non possiamo permettercerlo, soprattutto se si considera il fatto che quelle poche aziende che ancora resistono, sono ormai allo stremo delle forze”.

Ma tant’è. Le urne parlano chiaro. E senza un accordo forzato tra quegli stessi partiti nemici giurati fino a due giorni fa, il governo non si potrà fare. E a rendere più complesso il rompicapo, questa volta c’è anche il ciclone Grillo che, con percentuali da record, ha fatto man bassa di voti garantendosi 54 senatori (di cui 6 eletti in Sicilia) e 108 deputati (di cui 13 made in Sicily).

“Il Movimento 5 Stelle – afferma il presidente degli industriali – ha saputo interpretare le esigenze del Paese. Cosa che non hanno fatto i partiti tradizionali. Il successo di Grillo è direttamente proporzionale all’incapacità dei suoi competitor di evolversi. Grillo è andato nelle piazze, ha parlato con la gente. E il fatto che in una terra irredimibile come la Sicilia, Grillo abbia fatto l’en plein è un dato che deve fare riflettere”.

Quindi il capo degli industriali dell’Isola si sofferma sulla campagna elettorale: “In un Paese dilaniato dalle problematiche socio-economiche, dalla crisi finanziaria dovuta all’indebitamento e dalla mancanza di liquidità delle piccole e medie imprese (ossia il 60 per cento del tessuto economico italiano), che non riescono ad accedere al credito, nessuno dei candidati ha parlato di sviluppo, di programmi per proteggere i marchi storici italiani, di tutela delle nostre aziende”.

Una bocciatura completa, insomma. “Ma bisogna guardare al futuro – aggiunge – e ciò che serve è una azione di grandissima responsabilità non per fronteggiare il Movimento 5 stelle, che è ormai una realtà, ma per dare delle priorità al Paese”. Quindi dice: “Ciò che manca, e metto la Sicilia al primo posto, è un piano industriale per far vedere ai potenziali investitori ciò che si intende fare nel prossimo futuro e soprattutto i tempi che si intendono rispettare. Se questo non avverrà, da qui al prossimo giugno gli imprenditori scapperanno”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI