PALERMO – Confisca da 15 milioni di euro per l’ex re della sanità privata trapanese Pino Giammarinaro. Il decreto è stato disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani. La proposta è del Questore e nel 2011 aveva già fatto scattare il sequestro. A Giammarinaro, originario di Salemi, viene imposto l’obbligo di soggiorno per cinque anni. Una misura che in passato gli era stata applicata in quanto indiziato mafioso.
L’indagine patrimoniale nasce dall’operazione antimafia “Salus Iniqua” nel corso della quale gli agenti della Divisione anticrimine della questura e i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria tracciarono il quadro dei rapporti di “natura politico-affaristica” che consentirono a Giammarinaro, a partire dai primi anni del 2000, di ottenere il controllo occulto di attività economiche nella sanità trapanese, godendo di finanziamenti pubblici regionali. Gli investigatori individuarono una rete di prestanome di Giammarinaro, attraverso cui l’imprenditore controllava le società Cem e Salus srl e schermava beni mobili e immobili.
Giammarinaro tra il 1985 e il 1990 è stato presidente dell’Asl di Mazara del Vallo. Nel ’91 si candida alle regionali nella lista dello Dc e fa il pienone di voti. Ma la sua carriera a Palazzo dei Normanni viene interrotta da un mandato d’arresto. Lo accusavano due Procure: Palermo gli contestava il concorso esterno in associazione mafiosa, Marsala la corruzione e la concussione. Il politico si rifugiò in Croazia per pi costituirsi due anni dopo. Alla fine l’accusa di mafia non resse al vaglio dei giudici e fu assolto. Il pm era Antonio Ingroia secondo cui, non c’era la prova che Giammarinaro avesse in effetti favorito Cosa nostra. Fu però sottoposto a quattro anni di sorveglianza speciale, con l’obbligo di soggiorno nel comune di Salemi. Patteggiò, invece, la pena di un anno e dieci mesi per corruzione e concussione, risarcendo con 200 milioni di vecchie lire l’Usl di Mazara del Vallo.