Confiscati i beni di Orazio Buda |"Imprenditore sorvegliato speciale" - Live Sicilia

Confiscati i beni di Orazio Buda |”Imprenditore sorvegliato speciale”

Sigilli a fabbricati, terreni e automezzi del valore di 600mila euro.

direzione investigativa antimafia
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CATANIA – E’ in corso da parte di personale della Direzione Investigativa Antimafia di Catania, diretta dal 1° Dir. P.S. dr. Renato Panvino, l’esecuzione di un decreto di confisca, emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, riguardante beni mobili ed immobili, aziende e disponibilità finanziarie a vario titolo riconducibili a BUDA Orazio di anni 52, giunto a conclusione dell’iter processuale avviato in seguito alla proposta di applicazione di misura di prevenzione a firma del Direttore della D.I.A., Nunzio Antonio FERLA.

BUDA Orazio era stato colpito dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania, ed eseguita sempre dalla D.I.A. di Catania, nell’ambito dell’Operazione “Prato Verde”, poiché gravemente indiziato dei reati di estorsione, trasferimento fraudolento di valori ed associazione a delinquere di stampo mafioso, in particolare di partecipare, unitamente ad altre persone, al pericoloso clan mafioso catanese “Cappello” e, nello specifico, al gruppo dei “Carateddi”, capeggiato dal noto boss PRIVITERA Orazio inteso Pilu Russu , attualmente detenuto in regime di 41 bis.

Nonostante il parziale annullamento dell’Ordinanza di custodia cautelare che lo aveva colpito, BUDA Orazio è stato successivamente rinviato a giudizio dal GUP di Catania, che ha accolto la richiesta della Procura Distrettuale etnea.

Alla luce di quanto è emerso dal lavoro svolto dagli investigatori, il Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, ha valutato BUDA Orazio come “soggetto attualmente pericoloso perché mai dissociatosi dal gruppo di appartenenza” ritenendo che “il BUDA abbia fatto parte e continui a far parte, quanto meno in termini di vicinanza, contiguità e affidabilità criminale, del clan mafioso Cappello”, e gli ha, quindi, irrogato la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di Catania per la durata di anni 2 e mesi 6.

Gli approfonditi e complessi accertamenti patrimoniali svolti dagli investigatori – compendiati nella proposta di applicazione della misura di prevenzione a firma del Direttore della D.I.A., Nunzio Antonio FERLA – hanno consentito di far emergere come BUDA Orazio abbia artificiosamente intestato una serie di attività commerciali a soggetti apparentemente a lui estranei, al solo fine di eludere eventuali investigazioni sul suo conto, che avrebbero inevitabilmente condotto ad una misura patrimoniale nei suoi confronti (trattandosi di un soggetto già in precedenza sottoposto a misure di prevenzione) come in effetti avvenuto nel novembre 2014, quando lo stesso è stato colpito da un decreto di sequestro dei beni, a conferma delle risultanze investigative rassegnate all’A.G. E’ stata, inoltre, riconosciuta la notevole sproporzione tra le fonti dichiarate e i beni direttamente o indirettamente posseduti.

Il provvedimento di confisca, eseguito oggi dalla D.I.A. di Catania, ha colpito non solo i beni direttamente intestati a BUDA Orazio ed ai suoi familiari conviventi, ma anche a tre prestanome, nel dettaglio: due immobili siti in Catania rispettivamente in via Castagnola e in corso IV Novembre, un terreno in Catania, contrada Torre Allegra, mezzi ad uso aziendale e privato, diversi rapporti bancari e quattro aziende operanti nei settori della commercializzazione di mobili, della rivendita di armi per il “soft-air” e, infine, della gestione di bar e chioschi.

Tra i beni confiscati vi è anche il chiosco della storica villa Pacini di Catania la cui attività, durante il periodo in cui è rimasta sottoposta a sequestro, è stata chiusa a causa delle difficoltà finanziarie segnalate dall’amministratore giudiziario. Il valore dei beni confiscati a BUDA Orazio è stato complessivamente stimato in euro 600.000,00.

 


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