Contraccezione d’emergenza| “Informare per fare chiarezza” - Live Sicilia

Contraccezione d’emergenza| “Informare per fare chiarezza”

Un momento di confronto su un tema poco conosciuto e approfondito.

tavola rotonda
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CATANIA – “Contraccezione d’emergenza: tra retaggi e modernizzazione”. Questo il tema della tavola rotonda organizzata dall’associazione medico-sanitaria EquoMed e dall’associazione universitaria Kampus, con il patrocinio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Catania e dell’Università degli Studi etnea che si è svolta questa mattina. Un momento di confronto e soprattutto d’informazione su un tema poco conosciuto e approfondito, un modo per fare chiarezza su un argomento importante e pregnante nella vita di molte donne, una scelta spesso penalizzata della scarsa chiarezza della normativa e dall’obiezione di coscienza praticata da un crescente numero di operatori sanitari.

Per approcciarsi al tema, bisogna innanzitutto partire da una premessa fondamentale: la distinzione tra pratiche contraccettive e abortive. “Dobbiamo tracciare una linea netta di demarcazione tra contraccezione e aborto, quindi capire se la pillola del giorno dopo va inquadrata nel momento contraccettivo o rientra nel quadro dell’aborto”, spiega il presidente dell’Ordine dei Medici di Catania, Massimo Buscema. “La pillola rientra nel campo della contraccezione, spesso c’è invece un pregiudizio aprioristico e le menti non sono pronte ad accettare il confronto, il nostro compito è di fare chiarezza, l’approccio giusto è sempre quello di natura culturale”, prosegue Buscema. “La classe medica e l’utenza vanno formate e informate sul diritto di prescrizione di una pillola, che non è abortiva come la Ru-486, ma agisce prima dell’impianto dell’embrione nell’utero”, spiega Gaetano Palumbo, dirigente medico e presidente di EquoMed. Il riferimento è alla pillola dei cinque giorni dopo, recentemente l’Aifa ha recepito la nuova disposizione di Ema, l’autorità del farmaco europea, disponendo che le maggiorenni ne possano fare richiesta in farmacia senza prescrizione: “un passo in avanti per il rispetto non soltanto delle donne ma delle coppie (stabili o occasionali)”. “L’unico modo per non arrivare all’aborto, evento traumatico per una donna, resta comunque la pillola del giorno dopo”, spiega Palumbo.

Inquadrato il fenomeno nella cornice corretta, anche l’ostacolo dell’obiezione di coscienza va ripensato. “Lo scudo dell’obiezione di coscienza – dice Palumbo- è falso perché secondo la legge 194 (che regola l’interruzione di gravidanza) questa avviene per chi non vuole partecipare a pratiche abortive. In questo caso parliamo di una pratica contraccettiva. Del resto, esistono anticoncezionali di routine e quelli di emergenza, per cui il medico che non prescrive può portare a un’omissione di prestazione”. “Si parla spesso della necessità di sburocratizzare le pratiche, facciamolo anche con i diritti: innoviamo questo paese a livello sociale e culturale”, argomenta il presidente di EquoMed. Insomma, cultura e informazione sono essenziali.

C’è poi un altro aspetto non da poco, sottolineato dalla professoressa Graziella Priulla (docente di Sociologia dei processi culturali all’Università di Catania), relativo alla scarsa consapevolezza delle nuove generazioni nell’approccio con la sessualità: un nodo preliminare rispetto alla contraccezione d’emergenza. “C’è una grande ignoranza: i nostri giovani sin da piccoli sono sottoposti a bombardamenti sessuomani da tutte le parti, vanno sui siti porno però non sanno niente del loro corpo, di quello dell’altro, della sessualità consapevole e della contraccezione; c’è una contraddizione enorme e un abisso culturale tra ciò che si fa e ciò che si sa e il sesso diventa una cosa svenduta”, spiega la professoressa Priulla.

Pesano, inoltre, alcune gravi assenze nell’educazione dei giovani: “famiglia” e “scuola” in primis. “Manca l’informazione sul sesso, sul corpo, sui desideri e sul corpo dell’altro: la maggior parte delle informazioni viene reperita da Internet, appena il 5% ne parla in casa con i genitori: con il padre mai, talvolta con la madre e i medici di famiglia sono del tutto assenti”. Priulla sottolinea una falla decisiva relativa alla pillola del giorno dopo. “C’è un limite molto grande: le minorenni non lo possono fare e devono andare dal medico a farsela prescrivere, cosa che molto spesso non vogliono fare”. Il risultato è “un circolo vizioso”. C’è poi lo scoglio dell’obiezione di coscienza. “Un fenomeno diventato di massa che ha introdotto l’idea che tutto ciò che riguarda la contraccezione sia una cosa riprovevole, relegata a pochi”, argomenta la docente. Gli effetti, del resto, non sono da sottovalutare: “Le gravidanze adolescenziali sono aumentate esponenzialmente”. “Tutto questo in Italia passa sotto silenzio, c’è un’ipocrisia spaventosa: per cui le cose che non si vedono e di cui non si parla fingiamo non esistano”.

 

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