“Questi lavoratori certamente non potranno entrare in pianta organica alla Regione. Non abbiamo ancora individuato le linee guida e i criteri. La verità è che si sono fatte scelte, a mio avviso, scellerate all’interno della Finanziaria. Si è decisa una proroga triennale senza che quest’armata Brancaleone abbia né capo né coda, sotto la pressione dei sit-in di piazza. Il Comune di Palermo non può lavarsene le mani”. A parlare, come descritto dal Giornale di Sicilia, è Fausto Fagone presidente della Commissione del Lavoro dell’Ars, in merito ai 3321 precari ex Spo. Il loro contratto a tempo determinato è scaduto, domani non riceveranno il sussidio di 620 euro come preventivato dalla Finanziaria, con la conseguenza di vedere una Palermo ancora più sporca e degradata. Questi lavoratori, in un primo momento facenti parte dei Piani di inserimento professionale e successivamente inseriti nei Servizi per l’occupazione, si occupavano di mantenere la pulizia nelle spiagge, nelle scuole e nei sottopassi di Palermo. Nicola Dumas, responsabile di tutte le attività esterne di questi lavoratori ex Spo, fa sapere: “Dal 30 aprile tutto è abbandonato. I sottopassi sono un disastro, le spiagge in uno stato pietoso. Cadono le braccia”.
Il futuro di questi lavoratori è in bilico: se Pippo Natale, responsabile del marcato lavoro del Cgil Sicilia, annuncia che parlare di stabilizzazione per questi precari è sbagliato, Fausto Fagone dice che “si sta lavorando per individuare un ente che possa assorbire questi lavoratori, che svolgevano servizi utili alla collettività”. La Commissione Lavoro dell’Ars avrebbe pensato all’Arpa (Agenzia Regione Protezione Ambiente) che ha un personale di molto inferiore alla pianta organica. La Regione però non ha problemi da risolvere solamente con i lavoratori ex Spo, addetti alle pulizie della città. Un altro esercito di precari si è mosso in direzione dell’assessorato regionale al lavoro. Ieri è stato il turno dei precari degli Enti locali, giunti in massa con 55 bus da tutte le parti della Sicilia, oggi sarà quello dei “331”, 6500 precari ex Lsu (Lavoratori Socialmente Utili). Tutti sono concordi nel chiedere la stabilizzazione alla Regione.
L’Ars si muove per approvare disegni di legge che portino un’assunzione di questi precari, ma ogni proposta è bloccata a Roma dal Commissario dello Stato, che non consente queste manovre in quanto sforano il patto di stabilità. Fausto Fagone aveva proposto un disegno di legge che permettesse a tutti gli enti locali di stabilizzare i precari attualmente in servizio, facendo in modo che la Regione pagasse per dieci anni il 90% della spesa, ma questa proposta è stata bocciata in Commissione Bilancio. Riccardo Savona, presidente della Commissione del Bilancio dell’Ars, ha spiegato: “Senza il via libera dello Stato alla sforamento del patto di stabilità, ogni proposta è solo un pezzo di carta”. Diversi sono i testi che cercano la soluzione per calmare la protesta dei precari: dalle proposte di Salvino Caputo (Pdl) per rinnovare il contratto a 270 precari dei consorzi di bonifica, ai disegni di legge di Vincenzo Vinciullo (Pdl) che stabilizzano 4500 contrattisti degli assessorati regionali. Marianna Caronia, esponente dell’UDC, ha detto: “Tutte queste categorie di precari finiranno in un disegno di legge che va prendendo forma”. Il problema sarà trovare poi la copertura finanziaria necessaria per coprire le spese di questi disegni di legge.
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