ACIREALE – Chiede di essere ascoltato dalle Istituzioni Paolo Rino Torre, titolare di un bar di Acireale. Il suo appello lo lancia tramite un esposto inviato al prefetto, al Procuratore Generale a al Capo della Polizia. Il giovane imprenditore, assistito dall’avvocato Giuseppe Lipera, ha inviato una copia della missiva alla redazione di LiveSiciliaCatania.
La vicenda. E’ il carnevale del 2012. Nel bar di Torre entra un gruppo di persone, tra cui un uomo, che poi si scoprirà essere un poliziotto in servizio nel nord Italia. Nell’esposto, firmato dal legale del commerciante Giuseppe Lipera, è descritto nei minimi particolari quello che sarebbe accaduto nell’arco di poche ore. Uno scontrino con un errore di venti centesimi sarebbe stato il motore scatenante di questa disavventura. Una delle ragazze che accompagnavano il giovane avrebbe notato i venti centesimi in più, la cassiera e moglie del titolare, si sarebbe scusata per l’errore e avrebbe restituito il disavanzo all’uomo. Si sarebbe scatenata l’ira del poliziotto che avrebbe minacciato di chiamare la finanza. L’uomo, dopo qualche istante, avvicinandosi alle casse avrebbe mostrato il tesserino da poliziotto e avrebbe chiesto i documenti alla coppia. Torre, che non avrebbe subito capito che si trattava di un poliziotto, avrebbe esortato l’uomo a spostarsi in un’ala del locale per parlare. Qualche minuto dopo sarebbero arrivati due agenti che avrebbero chiesto lumi su quanto accaduto, il collega avrebbe raccontato di essere stato aggredito e minacciato da Torre, che ha smentito ogni accusa. Nonostante questo sarebbe stato accompagnato al Commissariato. Solo la notizia che esistevano le immagini del sistema di videosorveglianza (di cui LiveSicilia vi mostra alcuni frame) che potevano dimostrare la sua innocenza avrebbe convinto i due agenti a visionare i filmati e a permettergli intorno mezzanotte di poter tornare a casa. I familiari lo hanno accompagnato al Cannizzaro, dove gli sono stati diagnosticati 10 giorni di prognosi.
La richiesta di risarcimento. Il commerciante acese ha querelato il poliziotto, che – è scritto nell’esposto – sarebbe stato indagato per calunnia, ma il procedimento sarebbe stato archiviato. Dall’altra parte Torre si è visto accusare dall’uomo – come risulta da una nota di servizio – di lesioni, minacce e resistenza a pubblico ufficiale. Inoltre, visto che una volta andato in ospedale dal referto risultavano 10 giorni di prognosi, non ha potuto lavorare per diverse settimane. Per questo motivo il commerciante acese ha trovato nella sua cassetta della posta una richiesta di risarcimento danni in quanto il poliziotto a causa dell’aggressione non avrebbe potuto prestare servizio.
L’appello. L’esposto di 13 pagine si chiude con un appello affinché siano presi i necessari provvedimenti. “Un povero innocente non può sopportare e tollerare di essere accusato falsamente” scrive Torre al Capo della Polizia, al Procuratore Generale di Catania, al Questore Longo e al Prefetto Federico.