PALERMO – Le convenzioni che il Comune di Palermo ha stilato nel 2006 con il Conca d’Oro e nel 2008 con la Rinascente sarebbero “irregolari”. Lo sostiene il consigliere Rosario Filoramo, che ha presentato un’interrogazione per fare luce sugli accordi siglati tra Palazzo delle Aquile e le proprietà dei due centri commerciali per la concessione delle aree di Fondo Raffo, a San Filippo Neri, e di via Roma.
“Siamo dinanzi a una grave irregolarità amministrativa – sostiene il consigliere – perché l’Amministrazione dell’epoca ha disatteso il voto del Consiglio comunale, in base al quale il Conca d’Oro e la Rinascente avrebbero dovuto garantire alcuni servizi per la città in cambio dell’utilizzo delle due aree”. Più precisamente le due convenzioni non rispetterebbero i Ppe (Piani Particolareggiati Esecutivi) votati da Sala delle Lapidi, che fissavano precisi obblighi e paletti in luogo della realizzazione dei due centri. Obblighi poi spariti al momento di mettere nero su bianco.
Nuove grane in arrivo, dunque, per i centri commerciali del capoluogo, dopo l’annunciata protesta delle ditte che hanno realizzato il punto vendita di Maurizio Zamparini e dopo un’altra interrogazione presentata a marzo dai consiglieri Pierpaolo La Commare e Toni Sala, che rilevavano “un disallineamento fra gli studi di impatto commerciale di Conca d’Oro, Forum e La Torre e le applicazioni nei contratti individuali con gli esercenti”.
“L’emendamento n. 1 della delibera consiliare 365 del 16 dicembre 2006, relativa al Ppe per l’utilizzo del centro di municipalità di Fondo Raffo, dove ora sorge il Conca d’Oro – spiega Filoramo –, prevedeva il mantenimento delle specie arboree e orticole presenti nel fondo. Al contempo, doveva essere salvaguardata la posizione lavorativa dei titolari di contratto d’affitto dei terreni coltivati in questo fondo. Tutto questo non è stato fatto: la volontà espressa dal Consiglio comunale è scomparsa dalla convezione, e con essa sono scomparsi i giardini di agrumi e gli orti, sostituiti da poche essenze e dal pittosporo. Mentre i contadini sono stati semplicemente espulsi da terreni che conducevano da intere generazioni e nessuno di essi è stato assorbito dai gestori del centro commerciale”.
“Dopo averci chiesto il terreno che coltivavamo a Fondo Raffo, la proprietà del Conca d’Oro ci aveva promesso a parole un posto di lavoro o per me o per mio figlio – dice uno dei contadini espropriati, Eduardo Messina – ma non ne abbiamo saputo più nulla. Ho ricevuto soltanto un indennizzo per il terreno. Ero disposto a fare tutto, anche scopare per terra, e invece io e mio figlio, che lavorava in campagna con me, siamo rimasti senza lavoro. Non ho più un reddito né un’altra occupazione e cerco di arrangiarmi come posso. Sono sette le famiglie di ex affittuari, come i Sirchia o gli Alfano, cui era stato promesso un lavoro e che adesso si trovano nella nostra stessa situazione”.
“Per quanto riguarda la Rinascente, invece – aggiunge Filoramo –, ho potuto verificare che nella convenzione non è stato trascritto l’obbligo di acquisto di un nuovo autobus da utilizzare lungo lo stesso percorso della linea 101, ovviamente mantenendo il marchio Rinascente”. Il vincolo è invece contenuto all’interno dell’ordine del giorno n. 4 della delibera 79 dell’11 marzo 2008, che impegnava il sindaco e l’Amministrazione a richiedere all’azienda che proponeva la variante al Ppe di creare dei percorsi aggiuntivi al trasporto pubblico. Secondo questo ordine del giorno, dei bus navetta avrebbero dovuto “facilitare l’ingresso dei cittadini nella zona oggetto della variante, considerato l’aumento del carico urbanistico che essa comporta, certamente non compensato dalla monetizzazione dei parcheggi mancanti alla quale sarà obbligato il soggetto proponente”.
La Commissione consiliare all’Urbanistica ha già incontrato il responsabile al Suap per mettere a conoscenza dei fatti l’Assessorato alle Attività Produttive. La prossima settimana la discussione si sposterà a Sala delle Lapidi dopo il voto sui Prusst.
Dal canto loro, nè la Rinascente nè il Conca d’Oro, contattati a più riprese, hanno voluto rilasciare alcun tipo di replica o commento.