PALERMO – Marco Zambuto a testa bassa contro Fausto Raciti. Il casus belli è quello della convocazione dell’assemblea regionale del partito per il 3 agosto. Una convocazione che Zambuto, presidente dimissionario del partito, contesta come “nulla”. Ma il caso diventa lo spunto per l’ex sindaco di Agrigento, vicino ai renziani, per un attacco tutto politico alla linea del partito. Con l’annuncio da parte di Zambuto della richiesta di commissariamento della segreteria.
“La convocazione dell’assemblea del partito democratico siciliano è nulla perché proviene da un organo funzionalmente non competente”, attacca il Presidente dell’Assemblea del Pd Zambuto, che afferma: “Il Segretario Regionale Raciti si è reso responsabile di un grave atto in spregio alle regole sancite dallo Statuto con la convocazione dell’assemblea del partito. Tutto ciò è finalizzato a soffocare il dibattito interno per mantenere l’attuale galleggiamento del quadro politico regionale. Mi è stata sottratta la competenza che deriva dallo statuto al Presidente, perché si è voluto impedire che si affrontasse senza alcuna ipocrisia la crisi del Governo della Regione”.
“Una situazione – attacca Zambuto – che trova nel nostro partito le principali responsabilità per essersi abbandonato in una conduzione ondivaga e contraddittoria e che sta segnando il fallimento dell’attuale esperienza di governo. Una linea politica, quella seguita dal segretario regionale Raciti, che un giorno ha sostenuto il governo regionale, due giorni dopo lo ha demolito salvo il giorno prima avere trattato qualche posto di governo o sottogoverno”.
L’accusa di Zambuto è spietata: “Un partito – dice l’esponente renziano parlando del Pd siciliano – che è stato financo capace, con una ipocrisia che fa rabbrividire, di archiviare le dimissioni di Lucia Borsellino sull’altare di un ritrovato equilibrio politico. Le dimissioni della Borsellino, per il grande simbolismo che la stessa incarna avrebbero dovuto segnare un immediato cambio di passo nella politica regionale. Viceversa sono state invece vissute come una liberazione per un immediato scambio di poltrone che accontentasse le miserie di alcuni ‘capibastone’”.
Zambuto insiste sulle dimissioni della Borsellino, a cui il Pd non ha dato il giusto peso. “Un partito che si è voltato dall’altra parte rispetto a quella caduta di “tensione morale” denunciata dalla Borsellino nella sua lettera di dimissioni dal governo regionale e che ha preferito invece mettere la testa sotto la sabbia rispetto all’esistenza di un ‘governo parallelo’ che, come emerge dalle inchieste giudiziarie, ha fatto e “sfatto” le nomine e gli affari della Sanità siciliana”.
E poi la stoccata diretta a Raciti: “Crocetta ha dovuto subire le nefaste iniziative del suo cerchio magico a volte per la latitanza a volte per la connivenza della nostra segreteria regionale. Alla luce di tutto ciò ritengo non più procrastinabile l’intervento diretto della Segreteria Nazionale a cui mi rivolgerò per chiedere il commissariamento della Segreteria Regionale. In conclusione e a scanso di ogni equivoco mi è doveroso precisare che quando convocherò l’Assemblea regionale del Partito le mie dimissioni saranno presentate nella forma della assoluta irrevocabilità”.
Un’uscita, quella di Zambuto, a cui risponde con una battuta su Twitter il responsabile organizzativo del Pd in Sicilia, Antonio Rubino: “Ma quando MarcoZambuto dice che si rivolgerà a Roma si riferisce al Pd o a Berlusconi?”.