Ha denunciato di essere stato il primo a individuare il Coronavirus ma di essere stato costretto al silenzio dalla polizia; ora il dottor Li Wenliang, 34enne medico di Wuhan, sarebbe morto per gli effetti della malattia. La notizia arriva dal Global Times, giornale di Pechino controllato dal Quotidiano del Popolo, anche se negli ultimi minuti Il Corriere della Sera scrive che l’ospedale di Wuhan dà il medico per “gravissimo, ma vivo”.
Oggi su tutti i giornali del mondo, fino a circa due mesi fa il Coronavirus era un ‘perfetto sconosciuto’. A Wuhan però le risposte sarebbero arrivate in poco tempo: dopo il primo, misterioso caso ufficiale dell’8 dicembre, diversi medici si riunirono in chat credendo che si trattasse di un ritorno della Sars. A guidarli era proprio il dottor Li Wenliang, specialista di oftalmologia, che il 30 dicembre segnalò come nel suo reparto fossero stati ricoverati in isolamento sette pazienti con sintomi polmonari gravi senza ulteriori motivazioni. Oggi i morti sono saliti a 565 e i contagiati risultano più di 28 mila.
Le notizie divulgate dal medico divennero subito bersaglio della censura cinese, e le autorità di Wuhan – scrive il Corriere – ordinarono alla polizia di ammonire i “propagatori di voci” e oscurare la loro chat online. Recentemente Li è stato contagiato da un paziente, ma le notizie sulle sue condizioni di salute non sono mai state certe; l’annuncio della morte darebbe quindi credito alle voci sull’aggravamento. Li Wenliang è stato comunque scagionato dall’accusa di aver costruito notizie ad arte, come deciso dalla Corte suprema del popolo cinese, che tuttavia ha precisato l’errore del medico nel definire il Coronavirus un ritorno della Sars.