“La frase di Musumeci?| Problema di comunicazione" - Live Sicilia

“La frase di Musumeci?| Problema di comunicazione”

Il presidente dell'Ars: “Turisti, venite in Sicilia. Invito tutti a ragionare. Caos dopo quelle parole? C'entra Crocetta”

PALERMO – “La frase di Musumeci? Un problema di comunicazione”. Il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché dà la sua versione. Le parole del governatore siciliano sui turisti provenienti dal Nord nell’Isola ha diviso: un clamoroso autogol o un invito alla prudenza? “Direi sicuramente la seconda. Ma qui il problema è pure un altro”.

Quale?

“Questa vicenda è il frutto della demagogia del risparmio”.

In che senso?

“Nel senso che ritengo sia stato un problema di comunicazione. E se ci fosse stato ancora un ufficio stampa, non sarebbe successo. Ma Crocetta ha deciso di licenziare tutti. I costi, come si vede, sono di gran lunga maggiori a quelli per gli stipendi dei giornalisti”.

Al di là dell’ufficio stampa, lei condivide il senso delle parole di Musumeci?

“Musumeci certamente non voleva dire che i turisti non devono venire. Solo che è passato questo: un titolo, appunto, rilanciato nei social. Ma la frase completa è un po’ diversa. Il danno, però, è fatto, e non certo per colpa del governatore”.

E adesso che si fa?

“Bisogna spiegare ai turisti che disdire le prenotazioni è un errore. Nel giro di qualche settimana la questione potrebbe essere risolta. Almeno aspettino il momento della loro partenza. Che senso ha ‘sprenotare’ adesso?”

Anche perché, diciamo una banalità ma è così, la Sicilia vive di turismo…

“Infatti. Lei non sa in quanti mi hanno chiamato in questi giorni. Operatori siciliani disperati: c’è gente che disdice prenotazioni per luglio… è una cosa irrazionale: la bellezza della Sicilia e dei siciliani rimarrà intatta dopo il passaggio del Coronavirus. Che poi, anche su questa epidemia ci sarebbe qualcosa da dire, andando fuori dalla vicende siciliane”.

Cosa?

“Lei pensa davvero che l’Italia sia più infetta di altri Paesi d’Europa? Semplicemente in Italia ci ‘autodenunciamo’ più facilmente che nelle altre nazioni. È una questione di prudenza, anche condivisibile, per carità”.

Insomma, lei si sente di rassicurare turisti e siciliani…

“Noi non dobbiamo sottovalutare il problema, ma nemmeno sopravvalutarlo. Il mio è un invito a ragionare. Anche sulla stessa pericolosità del virus: la probabilità di infettarsi è uguale a quella di essere colpito da un vaso mentre si cammina. Con la differenza che se ti becca un vaso, 99 volte su cento ci resti secco, mentre se prendi il virus 95 volte su cento guarisci”.


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