“La finalità è quella di rendere compatibili i valori del convivere democratico e del diritto alla riservatezza personale con l’esigenza di una lotta digitale al coronavirus. All’innovazione tecnologica sono affidate anche le nostre speranze di poter presto uscire presto da casa.
Sono diverse le proposte tecniche all’esame del Consiglio dei ministri. Una sembra essere quella che raccoglie i maggiori consensi degli esperti e che arrecherebbe minori sacrifici ai nostri diritti.
Ecco cosa prevede. Occorre innanzi tutto precisare che sarà comunque indispensabile aumentare il numero dei tamponi e delle indagini diagnostiche.
Sarà possibile scaricare sui nostri telefonini una apposita ed innovativa app. A questa app verrà attribuito un codice che identificherà il singolo telefonino ma non il nome del proprietario del telefonino stesso. L’app consentirà di registrare, tramite il sistema bluetooth, in cloud tutti i telefonini con cui il singolo dispositivo mobile viene in contatto.
Quando il sistema sanitario viene a conoscenza di un soggetto infetto dovrà comunicare il dato al server centrale che gestisce l’app. Il dato sarà immediatamente distrutto ma il server invierà a tutti i telefonini che hanno avuto contatti con il “telefonino” infettato un avviso informandoli del pericolo che corrono e chiedendogli di sottoporsi ai controlli.
Il sistema sembra ben congegnato. Rimangono, ovviamente, i soliti interrogativi: chi controllerà il server centrale che gestisce la nuova app? Siamo certi che la segnalazione delle strutture sanitarie verranno effettivamente e subito distrutte? Chi ci garantisce che i dati relativi agli “incontri” del nostro telefonino non saranno in futuro utilizzati per altri scopi? Ma sono interrogativi che si intersecano con quelli più complessi e generali e che possono essere così riassunti: è possibile garantire il diritto alla privacy in un mondo futuro dove i dati digitali verranno gestiti da intelligenze artificiali il cui controllo sfugge ad ogni verifica democratica?
Di questo magari ci occuperemo prossimamente, ma intanto lo sforzo che sta compiendo il Consiglio dei ministri di individuare il sistema digitale contro il coronavirus meno invasivo e meno lesivo dei nostri diritti mi sembra degno di rispetto”.