PALERMO – Ha leso l’immagine del Comune di Carini. Per questo motivo, un dirigente comunale è stato condannato dalla Sezione giurisdizionale della Corte dei conti a risarcire l’ente. Una cifra poco più che simbolica, cinquemila euro, ma che rappresenta una delle più recenti pronunce relative al controverso “danno all’immagine” nei confronti delle istituzioni.
Le vicende affondano a qualche anno fa. Il dirigente Giuseppe Lo Cricchio, infatti, già nel 2013 veniva condannato dal Tribunale di Palermo per corruzione “perché nella qualità di pubblico ufficiale addetto alle istruttorie delle determine dirigenziali, – annota la Corte dei conti – riceveva una retribuzione non dovuta, consistente nel pagamento di un viaggio con soggiorno a Venezia di tre giorni in occasione del carnevale, al fine di velocizzare la liquidazione delle fatture di Progetto Ambiente, società affidataria del servizio di raccolta dei rifiuti per il Comune di Carini”.
Tre giorni a Venezia per il Carnevale, pagati dalla società comunale per “velocizzare la liquidazione delle fatture”. Una sentenza divenuta poi “irrevocabile in seguito al rigetto del ricorso per Cassazione”. Così, la pronuncia del Tribunale veniva trasmessa al Comune che a sua volta citava il dirigente, appunto, per “danno all’immagine”, chiedendo un risarcimento pari a diecimila euro.
La Corte dei conti ha accolto parzialmente la richiesta della Procura, condannando il dirigente a un risarcimento di cinque mila euro. “Sul piano soggettivo ritiene il Collegio – si legge nella sentenza – che la condotta illecita, così come sopra descritta, si configuri lesiva dell’immagine esterna del Comune, in considerazione del ruolo ‘istruttorio’ svolto dal convenuto sulle determine di pagamento, idoneo ad incidere sulle successive fasi di emissione del mandato per il pagamento delle fatture prodotte dalla società Progetto Ambiente, affidataria del servizio di raccolta dei rifiuti per il Comune di Carini. Sul piano oggettivo, le condotte tenute appaiono al Collegio idonee a minare il livello di credibilità dell’Amministrazione di appartenenza e il rapporto di fiducia dei cittadini sulla corretta ed efficiente gestione delle risorse pubbliche. In ordine al criterio sociale, poi, assume rilevanza l’immagine negativa e il discredito che ne è derivato al medesimo Comune in ragione del clamor fori che organi di stampa, sia locali (che nazionali hanno dato alla vicenda”.