Corte dei conti, relazione choc |Disavanzo lievita a mezzo miliardo - Live Sicilia

Corte dei conti, relazione choc |Disavanzo lievita a mezzo miliardo

Nel 2011 era 140 milioni. La pesantissima relazione dei giudici è stata trasmessa per l'udienza del prossimo 17 aprile.

i giudici contabili
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CATANIA – Una tegola sul Comune. Una relazione che potrebbe compromettere la salute finanziaria del Comune di Catania sempre più vicino al dissesto finanziario. E’ quanto scrivono i giudici contabili della sezione di controllo della Corte dei conti, dopo aver analizzato i due semestri del 2016 e il primo del 2017, dai quali verrebbe fuori un quadro preoccupante. Già in passato. i giudici contabili avevano evidenziato il sostanziale mancato perseguimento degli obiettivi programmati e i fattori di squilibrio rilevanti che non rendevano sostenibile nel futuro l’azione del Piano di riequilibrio originariamente approvato. Nonostante questo, e tenuto conto del contraddittorio istaurato con l’ente nell’adunanza pubblica del 31 maggio del 2016, il collegio ha sospeso il giudizio e rimesso al presidente della Corte dei Conti la questione concernente la corretta interpretazione delle norme, relativamente al potere di vigilanza delle sezioni regionali di controllo e sullo stato di esecuzione dei piani di riequilibrio, “e al potere di accertamento del grave e reiterato mancato rispetto degli obiettivi intermedi fissati dal piano, alla luce del mutato quadro normativo”, si legge

A richiesta di chiarimenti, il Comune risponde il 5 dicembre 2017, ma questi a quanto pare non sono sufficienti, dal momento che i giudici contabili evidenziano ancora “profili di criticità”. Il primo è relativo al disavanzo di amministrazione, che continua ad aumentare “disattendendo – scrivono i giudici – i risultati programmati con il processo di risanamento”. In particolare – si legge – il disavanzo di amministrazione quantificato in 140 milioni circa al 31 dicembre 2011 risulta aumentato al 31/12 del 2014 a 169 milioni e definito in 580 milioni a seguito del riaccertamento straordinario dei residui.

I magistrati contabili parlano anche di “innumerevoli criticità in ordine al processo del ripiano intrapreso dall’ente” e della necessitò di “procedere ad una nuova quantificazione del disavanzo di amministrazione le cui modalità di ripiano dovranno essere individuate secondo quanto previsto dal testo unico degli enti locali, prospettando una maggiore passività a carico dell’ente che non risulta oggetto di riferimento nel piano di riequilibrio rimodulato”.

In relazione alla situazione debitoria, i giudici evidenziano “l’incertezza nella rappresentazione effettiva dei debiti da ripianare che si sono rilevati sottostimati sia nel piano di riequilibrio pluriennale sia in quell’oggetto di rimodulazione”. Un fenomeno che I magistrati contabili definiscono “patologico” perché “l’importo di debiti si presenta in continua evoluzione esponenziale” e sottostimati quelli nei confronti delle partecipate. I magistrati contabili parlano di “assenza di trasparenza e veridicità del piano di riequilibrio in esame”,  parlano di “ricognizione debitoria incompleta compiuta suo tempo” ed evidenziano l'”incapacità dell’ente a far fronte nei termini agli adempimenti assunti generando annualmente una consistente mole di contenzioso che si traduce poi in debiti fuori bilancio”.

Al momento dell’approvazione del Piano i debiti ammontavano 85.504.865 euro di cui 25 milioni e mezzo nei confronti delle partecipate e ulteriori 8 milioni di debiti fuori bilancio potenziali, per un totale di quasi 94 milioni. Al 31 dicembre 2014 l’esposizione risulta va aumentata attestandosi a 131 milioni di euro di cui 87 milioni riconosciuti e 43 ancora da riconoscere. Eppure, l’ente aveva ottenuto anticipazione di liquidità dalla Cassa depositi e prestiti per un totale di 182 milioni proprio per pagare i debiti maturati neoi confronti dlel partecipate. Ma “a dicembre 2014 – si legge – non risultavano ancora definiti rapporti debito credito con diverse società partecipate, tra cui principalmente la Sidra per la quale non è stata prodotta la nota informativa che era stata invece chiesta dalla Corte dei Conti né quella che asseverata i debiti da parte dei Revisori.

Anche in questo caso “in sede di monitoraggio per il  semestre del 2015 l’esposizione debitoria dell’ente risultava nuovamente aumentata con un importo di debiti fuori bilancio da riconoscere di quasi di 80 milioni. Ma non è tutto. Il 31 dicembre del 2016 i debiti fuori  da riconoscere, secondo i giudici contabili sono ancora in aumento; anche l’esposizione debitoria nei confronti di Sidra risulta aumentata  a quasi 48 milioni mentre anche la liquidazione di Amt si conclude con una perdita finale di quasi 13 milioni.

Nella nota si legge anche del mancato utilizzo delle risorse dell’anticipazione della cassa depositi e prestiti che dovevano essere destinate al pagamento dell’Amt in liquidazione “Una parte delle risorse pari a 44 milioni risultavano ancora nella disponibilità delle casse della municipalizzata e non erano stati utilizzati del commissario liquidatore per il pagamento di debiti esistenti nei confronti dell’erario e dell’Inps. Per effetto della traslazione nel conto del bilancio dell’ente delle poste dell’attivo e del passivo del bilancio finale di liquidazione dell’Amt, queste risorse sono risultate riversate nel conto corrente di tesoreria del Comune di Catania a parziale estinzione dell’anticipazione di tesoreria in essere e pertanto utilizzate per spese correnti mentre i debiti di Amt sono riversati nel conto del bilancio come passività di competenza dell’esercizio e risultano non pagati e “come tale potenziale generatore di ulteriori sanzioni e interessi a carico dell’ente”. Nel documento i giudici evidenziano anche altri debiti nei confronti delle altre partecipate tra cui la Multiservizi e appunto la Sidra.

E ancora, non ci sarebbe traccia degli accordi transattivi con i creditori, “Tanto è vero che -si legge –  gli accordi definiti non sono stati prodotti seppur richiesti in sede di verifica del piano di riequilibrio”. Anche alla voce contenzioso c’è un lievitare degli importi.

I giudici scrivono nero su bianco anche che “le risorse previste nel piano rimodulato si sono rivelate inattendibili sia per l’aumento esponenziale dei debiti fuori bilancio, ben lontani da generare un risparmio a favore dell’ente, sia per la cessione della rete distribuzione di gas a società a set che ha determinato il cessare della remunerazione tariffaria annuale a favore del comune sia per le ulteriori concessioni di anticipazione di liquidità”. E ancora, sulla gestione di cassa “la gestione finanziaria condotta dell’ente risulta caratterizzato dal susseguirsi di una serie di criticità che nel tempo hanno compromesso la capacità di garantire gli equilibri di cassa negli esercizi futuri”. I giudici parlano del costante e crescente ricorso all’anticipazione di tesoreria “puntualmente inestinta al termine dell’esercizio di ciascun anno per importi,  Tra l’altro considerevoli incapacità dell’ente di far fronte con casse proprie al pagamento delle obbligazioni in essere, collegate all’erogazione servizi indispensabili al pagamento delle rate dei mutui e il pagamento delle spese per il personale “Tant’è vero che si utilizzano continuamente parte vincolata di fondi per far fronte al pagamento di spese correnti”.

Resta la “bassissima capacità di riscossione delle entrate proprie”, con riferimento alle entrate di recupero dell’evasione tributaria “un fenomeno che si riflette nella elevata propensione dell’ente a generare residui nonostante abbia affidato mediante espletamento di gara i servizi di riscossione, il cui contratto formalmente scaduto viene prorogato di anno in anno”.

Aumentano anche i residui, cosa che la Corte dei Conti definisce “patologica” e che dimostrerebbe come “la rivisitazione dei residui del gennaio 2015 si è rimasta incompiuta forzando i dati di bilancio”, si legge. Infine, per quanto riguarda gli obiettivi del Piano i giudici scrivono che “emerge chiaramente un aumento generale di tutta le passività presa in esame” e parlano “di inattendibilità dei dati riportati nel piano dell’equilibrio”.

Una relazione pesante, che evidenzia gravissime criticità all’interno del piano di riequilibrio che attualmente esiste al Comune di Catania, e che verrà esaminata nella prossima udienza che si terrà il 17 aprile a Palermo

 

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