PALERMO. Eppure, la delibera era chiara. Ed è persino citata sulle pagine web ufficiali di alcuni assessorati regionali: quello dell’Energia, ad esempio: “La Giunta regionale, – si legge – con deliberazione n. 1 del 14 gennaio 2010, ha previsto inoltre la pubblicazione sul sito dell’amministrazione regionale, delle relazioni prodotte dagli esperti e dai consulenti”.
Sono passati due anni e mezzo. E sul sito dell’amministrazione regionale, di relazioni prodotte da esperti e consulenti non ne è mai apparsa nemmeno una (a parte proprio l’assessorato all’Energia, dove ne appare qualcuna, risalente al 2010). Nessun cittadino siciliano, insomma, sa che cosa abbiano prodotto i circa 600 incarichi di consulenza conferiti dal presidente Lombardo e dai suoi assessori. Eppure, era stato proprio il governo regionale, in ossequio al principio della “trasparenza” (che diventerà una plauditissima – dal governatore – legge), a prevedere quell’ulteriore esempio di “lealtà amministrativa”. Tutto pubblico, insomma: oltre ai nomi e ai curricula dei consulenti, oltre agli importi e alla durata dell’incarico, sul sito della Regione dovevano approdare le relazioni finali. Come detto, però, sul web quei documenti non sono mai arrivati. Allora Live Sicilia mette a disposizione le proprie “pagine virtuali” per raccogliere tutte le relazioni prodotte dagli esperti. E ci riferiamo ai 54 contratti ancora in essere (ovviamente attenderemo la conclusione del rapporto di consulenza), dei 29 incarichi iniziati e conclusi nel 2012, e andando sempre più indietro ai 110 del 2011, ai 142 del 2010. Anno in cui quella delibera è stata voluta dal governo. Ma dal governo non è mai stata rispettata.
Aspetto non affatto secondario. Perché di fronte alle contestazioni di chi considerava “eccessivo” il ricorso agli esterni del governo Lombardo, dal presidente e dall’esecutivo sono piovute, spesso, repliche del tipo: “Quel consulente è stato preziosissimo. Quell’altro utilissimo. Quell’altro ancora è bravissimo”. E nessuno, ci mancherebbe, lo mette in dubbio. Nonostante in alcuni curricula si facesse davvero fatica a comprendere come l’apporto di quell’esperto potesse essere decisivo per risolvere questa o quell’altra questione. Eppure, sarebbe bastato quello: la pubblicazione delle relazioni finali. Almeno oggi, alla fine di questa legislatura. Per questo mettiamo a disposizione il nostro giornale. Per dare un senso a questa montagna di incarichi esterni e costati ai siciliani milioni di euro. E anche per dare seguito a quanto deciso dal governo stesso, che mette una regola, e poi la elude per primo.
Come avvenne, in maniera esemplare nel caso di una consulenza all’Asp di Siracusa. Il consulente in questione, Manlio Averna, è il marito proprio dell’assessore Caterina Chinnici, vera promotrice della legge sulla trasparenza (la numero 5 del 2011). Eppure, proprio l’incarico del marito all’Asp, non viene pubblicato, come la legge dell’assessore imporrebbe. Il caso, sollevato da Live Sicilia, scatenò molte polemiche. E in quell’occasione, l’assessore intervenne, un po’ stizzita: “Mio marito – disse allora la Chinnici – ha partecipato a una selezione pubblica ed è stato scelto, in maniera trasparente, per via del suo curriculum e delle esperienze pregresse in tema di infrastrutture, anche nel campo sanitario. Qual è la responsabilità mia o sua se l’Asp non ha pubblicato il curriculum?”. Insomma, la colpa è dell’Asp che non ha pubblicato. E l’azienda in quel caso, si difese: “In assenza di un termine entro cui procedere alla pubblicazione degli atti sul sito, – replicò il dirigente Franco Maniscalco – la scrivente per l’incarico in questione, come per altri, provvede all’aggiornamento in base alle proprie esigenze lavorative e comunque entro il termine di 6 mesi richiesto per trasmettere l’elenco alla Presidenza del Consiglio dei Ministri”. Insomma, l’Asp di Siracusa, non aveva avuto tempo. Una tesi che non convinse allora l’assessore alla Salute Massimo Russo: “La scelta del dott. Averna – disse – è certamente motivata dalle ben note capacità professionali, peraltro riscontrabili nel ‘curriculum vitae’ ma ritengo grave che la sua collaborazione non sia stata tempestivamente segnalata sul sito aziendale, in difformità a quanto previsto dalla legge sulla trasparenza. Mi riservo ulteriori approfondimenti per valutare la possibilità di un provvedimento disciplinare nei confronti di chi non ha rispettato la legge”.
Peccato però, che anche l’assessore Russo, così come tutti gli altri colleghi che si sono avvicendati nei governi Lombardo, abbia finito per aggirare una decisione del governo. Quella delibera del 2010, insomma, che dispone la pubblicazione delle relazioni finali. Quando Live Sicilia ha sollevato la questione, in occasione di una consulente proprio di Massimo Russo, la dottoressa Francesca Di Gaudio, la replica ha lasciato più di un dubbio: “La mancata pubblicazione on line di queste relazioni, non prevista da alcuna legge ma ritenuta “opportuna” dalla Giunta di Governo per opportune ragioni di trasparenza, – scrisse Russo a Live Sicilia – è dovuta al fatto che esse contengono dati riservati. Peraltro, per rispondere a una esigenza di trasparenza che sento mia, stiamo valutando la possibilità di pubblicarli con gli “omissis”. Ovviamente, alla fine, si è “omesso” anche di pubblicare con gli “omissis”. Insomma, anche in questo caso, come per tutti gli altri (circa) 300 incarichi successivi alla delibera voluta dal governo, di relazioni finali nemmeno l’ombra. Sarà questo che intendono, quando si parla di “trasparenza”?