A tracciare il profilo dei boss del triumvirato di Cosa nostra Michele Schillaci, Turi Rinaldi e Carmelo Renna ci sono le parole di diversi pentiti. I verbali sono finiti nei faldoni del blitz Agorà scattato il mese scorso. Quello che ha fornito riscontri precisi è Silvio Corra, cognato di Angelo Santapaola (ammazzato nel 2007). Nel 2020 l’ex reggente dei Nizza incastra Schillaci: “Sono stato scarcerato per decorrenza dei termini il 26/06/2019 e, appena uscito, ho preso contatti con il gruppo Nizza, retto sino al suo arresto da Michele Schillaci. In tale veste, infatti, quest’ultimo era quello che mi forniva lo stipendio di 1.000 euro mensili”.
Corra continua a parlare con i magistrati. Questa volta il dito è puntato contro Melo Renna che sarebbe intervenuto per dirimere una tensione interna. “La discussione era nata perché Privitera si era lamentato di un mio litigio con suo cognato e si era rivolto a Renna anche in considerazione di precedenti attriti che avevo avuto con lui. L’incontro si è svolto nell’officina di I turi mille macchine’. Colloco questo incontro a maggio- giugno 2020″.
“Renna mi ha detto – continua il pentito – che non era necessario litigare perché eravamo tutti della stessa famiglia e io ho acconsentito a risolvere la questione anche perché non avevo avuto contrasti diretti con Privitera, ma con suo cognato”.
Corra fa i nomi e i cognomi di chi avrebbe partecipato alla riunione mafiosa: “All’incontro io ero accompagnato da Orazio D’Agata del gruppo Nizza, che non ha in alcun modo partecipato alla discussione. Le due persone che ho indicato delle foto 43 e 44 hanno partecipato alla discussione e accompagnavano proprio Renna. Al momento dell’incontro che ho descritto, Renna non era ancora responsabile del Villaggio (Sant’Agata, nrd) ma lo è diventato nel luglio del 2020 dopo una discussione avuta con i “Cursoti milanesi” e di cui ho già riferito. E’ stato Renna a dirmi che era lui il responsabile del Villaggio”.