Gaetano Armao continua a ripeterlo: “Questo federalismo fiscale, così com’è, per la Sicilia è una iattura, una catastrofe”. L’assessore regionale all’Economia lo dice da tempo, da quando settimane fa ha avuto luogo il primo incontro con Tremonti e Calderoli, ma oggi ha ribadito il concetto nel corso di una conferenza stampa, con l’obiettivo dichiarato di “avvisare i siciliani su quello che potrebbe essere il loro futuro”. Un quadro possibile, qualora non vengano accettate dallo Stato le rivendicazioni siciliane e delle altre regioni del Sud e di quelle a statuto speciale, che Armao delinea in modo fosco: “Ci verranno a mancare 500 milioni di euro, che si aggiungono ai 570 milioni di tagli previsti già dalla Finanziaria nazionale”.
Ciò, quando ieri si è già tenuto un incontro sul federalismo municipale e provinciale dagli esiti non positivi; ma soprattutto in previsione della conferenza Stato-Regioni prevista per giovedì prossimo, quando sarà necessario trovare un’intesa. E se l’accordo non si trovasse? “Saremmo costretti a fare ricorso alla Corte Costituzionale”, afferma Armao.
Quello che l’assessore dal canto suo chiede è che le regioni a statuto speciale, a maggior ragione ovviamente la Sicilia, trattino il percorso d’arrivo al federalismo fiscale attraverso un tavolo a parte, “come prevede la legge delega numero 42 del 2009, e in rispetto del nostro Statuto”. È poi sull’attuazione del federalismo in modo tale da tenere conto della situazione non fiorente delle realtà meridionali e insulari, rispetto alle regioni del Nord, che Armao punta l’accento: “La perequazione fiscale e quella infrastrutturale devono essere gli antidoti contro le disparità, ma soprattutto della seconda non se ne parla. E se non ci saranno aperture in questo senso, se non verranno accolti i quindici punti che presenteremo, la trattativa da parte nostra sarà chiusa”. “Se il governo nazionale deciderà di andare avanti da solo – continua l’assessore -, sarà più per ragioni elettorali che per una vera volontà di attuazione del federalismo”.
Sempre stamattina si è tenuto un incontro tra Armao e l’associazione dei Comuni siciliani, con la presenza del presidente Anci Sicilia e sindaco di Palermo, Diego Cammarata. Si è parlato naturalmente di federalismo, ma anche della Finanziaria che il governo presieduto da Raffaele Lombardo si appresta a portare all’Ars. “I Comuni non sono più in condizioni di andare avanti – attacca Cammarata – Se si va avanti con i tagli saremo costretti a chiudere baracca. Ad esempio il Comune di Palermo negli ultimi anni ha subìto tagli dallo Stato per ottanta milioni, per non parlare dei tagli previsti dalla Regione”. Sempre il primo cittadino palermitano, sul Documento di programmazione economica e finanziaria regionale: “È ara fritta, un documento privo di contenuti, con previsioni senza numeri”. “A noi risulta che il Dpef ancora non era stato letto – chiosa infine Armao – Ma le preoccupazioni di Cammarata dovrebbero rivolgersi al federalismo fiscale piuttosto che alla Finanziaria regionale, nella quale sono sì previsti 700 milioni di tagli, ma anche 500 in investimenti”.