TRAPANI – Due punti, quelli che separano il Trapani da un sogno coltivato sin dall’inizio della stagione. Playoff vicini, con un finale di stagione da vivere al massimo della concentrazione. Serse Cosmi sa benissimo come trascinare la sua squadra in momenti del genere, consapevole di avere davanti a sé un treno che difficilmente passa da quelle stazioni: “Oggi sarebbe da ipocriti dire che il nostro obiettivo rimane la salvezza – ha ammesso il tecnico a LiveSicilia Sport -. Non dico che lo diamo per scontato, ma l’obiettivo è vicinissimo. Sarebbe assurdo pensare che in dieci partite questa squadra non sia in grado di fare tre punti. Abbiamo dentro di noi qualcosa che può spingerci, anche la volontà e l’ambizione di trovare qualcosa di incredibile. Stiamo lì, vigiliamo non tanto sulla classifica, ma sulla nostra maniera di proporci in campo”.
Una bella risposta, dopo la rimonta subita in casa per mano del Cagliari e per colpa di qualche scelta arbitrale a dir poco discutibile. Quel 2-2 del “Provinciale” poteva essere una mazzata per le ambizioni del Trapani, invece la squadra di Cosmi ha dimostrato di avere la forza mentale per reagire: “Non è stata una batosta, al di là del risultato. Alla fine nessuno era stupido nel non considerare quei due punti ininfluenti. Oggi ci porterebbero in zona playoff, non erano due punti banali. Questo nel calcio ci sta, a differenza di altre squadre che dopo aver far bene col Cagliari si sono perse, noi ci siamo arrabbiati e abbiamo risposto nell’unica maniera possibile: facendo risultato. Sia con Vicenza che con Livorno abbiamo raccolto un bottino tale da farci vivere un finale di stagione in maggiore serenità”.
La corsa ai playoff può rappresentare il coronamento di un anno più che positivo per Cosmi, che ha trovato la sua dimensione ideale a Trapani: “Speravo che Trapani potesse diventare un posto dove ricominciare a far calcio in una certa maniera – ammette con soddisfazione il tecnico perugino -. La mia scelta non era affatto legata alla categoria, ma alla possibilità di lavorare in un ambiente pulito, con gente normale, in senso positivo”. Gente che, pur seguendo il calcio a distanza, ha dimostrato una passione fuori dal comune: “Il presidente Morace è un personaggio straordinario, insieme alla moglie e al direttore. Il gruppo è straordinario e pensa solo agli allenamenti. La ribalta di Trapani è troppo sottovalutato per ciò che squadra e società esprimono. Faremo in modo che in questo finale Trapani venga considerata per quello che è, ovvero la seconda realtà di una regione non certo piccola come la Sicilia”.
Trapani è dunque un esempio per tutte le piccole realtà del sud vogliose di sfondare. Alle porte di una Serie A che, mai come in questi anni, può diventare il sogno anche di chi si ritrova costretto a lottare con mezzi inferiori: “Trapani può essere da esempio per un calcio che si sta disgregando – prosegue Cosmi -. Possiamo essere un luogo dove fare calcio non “pane e salame”, ma sofisticato. Perché attinge ai valori di sempre”. Un po’ come Carpi e Frosinone: “Loro sono state un esempio trainante, ma per la gente possono essere un sogno pericoloso. Pensare che ogni anno ci sia un Frosinone o un Carpi è pericoloso. Ognuno deve fare riferimento alla realtà, anche se quest’anno c’è il Crotone. Abbiamo passato un periodo difficile quest’anno proprio perché s’è perso il senso della realtà e questo porta a non ottenere risultati. In qualsiasi posto”. Non a Trapani, si spera. Perché la porta del paradiso dista solo pochi passi.