PALERMO – Il sindaco, Leoluca Orlando, ha inviato stamani una lettera al Commissario ad hoc per l’emergenza Covid-19 per la Provincia di Palermo, Renato Costa, ed alla Direttrice Generale della Asp di Palermo, Daniela Faraoni. Nella missiva, inoltrata per conoscenza al Prefetto, Giuseppe Forlani e all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, il sindaco torna a chiedere che “il flusso di informazioni sia costante ed univoco, giornaliero con riferimento alla situazione complessiva della città e dei singoli comuni, nonché almeno settimanale con il dettaglio per singole zone”, poichè “proprio tali dati, insieme alle valutazioni epidemiologiche curate dalle autorità sanitarie, sono alla base di potenziali provvedimenti amministrativi nonché di ogni valutazione da parte di ogni istituzione competente”.
A tal fine Orlando segnala la “piena disponibilità alla necessaria collaborazione dell’Ufficio Statistica del Comune di Palermo per la elaborazione di eventuali report basati sui dati da voi forniti”. La nota fa riferimento ad alcuni dati epidemiologici relativi alla situazione dei contagi da Sars-Cov-2 nella città di Palermo e nei comuni dell’Area metropolitana, forniti ieri. “Tali dati, parzialmente difformi nei numeri totali da quelli ricevuti in precedenza, hanno comunque permesso di avere un quadro dettagliato nelle diverse aree della città, evidenziando in modo più chiaro situazioni di criticità”.
La Lega: dati sovrastimati, intervenga Razza
Sulla difformità dei dati diffusi si è sollevato un polverone di reazioni. Il capogruppo della Lega a Sala delle Lapidi, Igor Gelarda, afferma che “quello della città di Palermo rischia di diventare un caso nazionale, o forse anche internazionale qualora l’Organizzazione mondiale della Sanità volesse approfondire come sia possibile che a Palermo città, nel giro di poco più di 10 giorni, il numero dei positivi al Covid abbia avuto un crollo di quasi il 75%, almeno secondo i dati diffusi dall’Asp di Palermo. Siamo passati infatti dagli 11.315 positivi del 4 marzo ai 2.944 del 17 marzo – sottolinea Gelarda – cioè dall’1,7% di cittadini positivi allo 0,42%. Mentre nel resto della provincia, che complessivamente ha all’incirca lo stesso numero di abitanti del capoluogo, il trend è invece in crescita e si è passati dai 1.435 positivi del 4 marzo ai 1.892 del 17 marzo, con una crescita del 31%. Certo era veramente strano che è in città ci fosse una incidenza di positivi quasi 8 volte maggiore rispetto alla provincia. Tutto ciò ha solo due possibili spiegazioni – aggiunge Gelarda – o è un miracolo, attribuibile esclusivamente a S. Rosalia, oppure qualcuno ha diffuso dati sbagliati. Con tutto il dovuto rispetto per la Santuzza, temiamo che ci troviamo di fronte ad errori, anche clamorosi, nei dati più vecchi che appaiono del tutto sovrastimati. Siamo ovviamente felici che il virus a Palermo sia molto meno diffuso di quanto non si pensasse, ma – osserva Gelarda – nel frattempo i dati precedenti, appunto probabilmente sovrastimati, hanno portato il prefetto ed il sindaco a prendere misure drastiche, eccezionali, come la chiusura di 5 mercatini rionali in VII circoscrizione, che era candidata a diventare una mezza zona rossa dentro la città, e che ora chiediamo vengano subito riaperti. Quindi è normale se manifestiamo tutto il nostro sconcerto per una situazione del genere e siamo tentati di pensare che anche in passato i dati non siano stati sempre corretti, influenzando anche la scelta di fare diventare la Sicilia zona arancione. Quindi – conclude Gelarda – chiediamo all’assessore Razza ed al commissario Costa che si impegnino affinché vi siano maggiore attenzione e trasparenza nella gestione ed elaborazione di questi dati, che sono delicatissimi per la vita di una città, già economicamente disastrata come Palermo”.
Confcommercio: “Chi pagherà questi danni?”
Sul caso è intervenuta anche la numero uno di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio. “Scopriamo da un post del sindaco che c’è stato un errore madornale e i positivi a Palermo non sono 11.315 come riportato pochi giorni fa ma 2.943. E adesso i dati sono “finalmente chiari e puliti”. Noi però abbiamo dovuto subire provvedimenti restrittivi basati su dati falsati e fuorvianti, frutto di rilevazioni elaborate in modo dilettantistico. Da mesi sosteniamo che ci sono dati sballati ed errori madornali nel calcolo dei contagi, denunciando l’inadeguatezza del sistema di rilevazione e la mancanza di trasparenza”.
Di Dio chiede chiarezza sulla inefficiente gestione dell’emergenza sanitaria che, insieme alla richiesta di sostegni economici, sarà oggetto della pacifica manifestazione di protesta che Confcommercio Palermo ha organizzato per mercoledì 24 marzo davanti a Palazzo dei Normanni. “Chi pagherà per questo gravissimo danno? – si chiede la Di Dio -. La Sicilia dipende da un bollettino quotidiano rivelatosi farlocco? Che senso ha tenerlo in considerazione? Pretendiamo che il sistema venga informatizzato e adeguatamente gestito. A ciascun deputato regionale chiediamo un esame di coscienza, confidando che nella Finanziaria regionale venga inserita con urgenza una norma “trasversale” a sostegno delle imprese di tutta l’Isola. Non possiamo credere che tra le pieghe di un bilancio miliardario non si trovino le risorse per dare ossigeno ad aziende che da oltre un anno pagano, senza alcuna colpa, un prezzo troppo alto alla crisi sanitaria e alla inadeguatezza del sistema di gestione. Anche sulla campagna di vaccinazione, che sta procedendo troppo lentamente e tra mille episodi di disorganizzazione, pretendiamo un cambio di marcia: se la vaccinazione è l’unico rimedio alla diffusione del contagio e al ritorno al nostro lavoro, vogliamo conoscere la data di previsione della fine delle vaccinazioni che nessuno ci comunica. Una cosa è certa: non possiamo aspettare mesi e mesi per le inefficienze del sistema. Vogliamo – conclude la Di Dio – un cambio di passo della classe politica regionale che appare insensibile al drammatico momento della vita “reale”. Vorrei proprio vedere cosa sarebbe successo se, a causa del Covid, fossero crollati del 70% gli stipendi dei nostri politici. O se fossero addirittura a reddito zero…” .
M5S: “Incresciosa vicenda”
“Dati sbagliati sui contagiati Covid a Palermo? L’incredibile e inspiegabile crollo di oltre il 70% dei positivi a distanza di meno di 15 giorni dalla rilevazione precedente sembrerebbe deporre fortemente in questo senso. E in questo caso sarebbe gravissimo, perché gli oltre 11 mila casi comunicati ai primi di marzo ha determinato provvedimenti restrittivi, probabilmente sovradimensionati, che lasceranno profonde ferite sullo stato di salute, già precario, di tantissime nostre imprese. È per questo che questa incresciosa vicenda non può passare sottotraccia e deve essere sviscerata a fondo all’Ars. Vogliamo sapere quali siano realmente i dati e di chi sia la responsabilità di quanto probabilmente accaduto”. Lo affermano i deputati M5S della commissione salute dell’Ars, Salvatore Siragusa, Francesco Cappello. Giorgio Pasqua e Antonio De Luca, che hanno chiesto alla presidente La Rocca Ruvolo la convocazione in audizione in VI commissione dell’assessore Razza, del commissario per l’emergenza Covid a Palermo, Costa, del direttore generale dell’Asp di Palermo Faraoni e del sindaco di Palermo, Orlando.
“Da Razza e Costa – affermano i deputati – vogliamo anche spiegazioni sull’inaccettabile caos registrato nel corso delle vaccinazioni dei fragili a Palermo, che hanno fatto registrare lunghissime code e pericolosi assembramenti di persone anche in condizioni precarie di salute, in attesa per ore ed esposti alle intemperie”. “Vorremmo capire -afferma Pasqua – se anche a Palermo si sta verificando quello che succede altrove in Sicilia, cioè una discrepanza tra numero di soggetti vaccinabili e postazioni attivate. In soldoni, le Asp comunicano che hanno 8 postazioni mediche per fare anamnesi, ma poi ne attivano solo 4, per carenza di medici. Avviene così che il sistema informatico prenoti un numero di persone doppio rispetto alle persone materialmente vaccinabili”.