Nella complicata sintesi in cui spesso viene declinato il meccanismo dei colori, non c’è poi tutta questa grande differenza tra la zona gialla e la zona bianca. Ce n’è di più tra la zona bianca e la zona arancione o rossa. Ecco perché quanti festeggiano per lo ‘scampato pericolo’, per avere evitato una tonalità cromatica (di poco) più severa, dovrebbero deporre il bicchiere all’istante. Chi tira un sospiro di sollievo per l’oggi, potrebbe trasformarlo in fiato angoscioso, domani. La Sicilia bianca vede crescere i contagi a un ritmo impazzito, non si vaccina quanto dovrebbe, e vive la sua estate della cicala quasi noncurante del dramma che non incombe, perché è già qui.
I numeri che raccontano il dramma
I numeri possono essere antipatici, per qualcuno fin dai tempi delle tabelline. Tuttavia, non sbagliano mai e se ne fregano di raccontare verità indigeste. I numeri da diverse settimane ci dicono che la Sicilia è la polveriera del Covid. Lo hanno detto anche ieri. I numeri non mentono nel raccontare il dramma che fingiamo di non avere sotto gli occhi. I numeri, da giorni, ci rammentano che la nostra voglia di normalità è psicologicamente comprensibile e oggettivamente mal riposta. Tanto per i gli ostinati militi del ‘non mi vaccino’, quanto per il popolo del Green pass che ha scambiato, in più di una occasione, un certificato da usare con prudenza per un lasciapassare universale del ‘liberi tutti’.
Il grido di dolore
E ci sono i professori, a cui prestare ascolto non gli specializzandi alla facoltà dei social, i grandi sacerdoti di chicchessia, i no vax ‘perché mio zio mi ha detto che conosce un cugino del portantino di ortopedia che gli ha detto…’. I professori che sono tali, che hanno studiato, che portano gli occhiali, a forza di studiare. Come il professore Antonello Giarratano che ieri non ci ha visto più e ha gridato, più che scrivere, su Facebook: “Il CTS siciliano lo ha detto in tutte le lingue e su tutti gli organi di stampa e i media, che basarsi sui posti letto occupati e solo dopo chiudere con il “giallo barzelletta”, non serve. Serve chiudere dove il contagio è alle stelle e i vaccinati alle stalle. Ma a livello nazionale si CAZZEGGIA coi decimali e si continuano a disorientare i cittadini ( …..siete gialli, ooops siete bianchi…..). E chi pagherà per le NUOVE CHIUSURE E I NUOVI MORTI ? La nausea cresce per un sistema politico che non tutela né salute né economia”. Professori come Antonello Maruotti che insegna Statistica e che ci ha avvertito: “Con questo trend di contagi e ricoveri, in Sicilia la zona arancione è dietro l’angolo. Gli indicatori di pressione ospedaliera sono oltre le soglie previste dal passaggio in zona gialla. I ricoveri in terapia intensiva sono passati da 18 a circa 80 nel giro dell’ultimo mese e mezzo, e più che raddoppiati (dai 33 del 1° agosto) nelle ultime due settimane. Inoltre, il peso delle terapie intensive sul totale dei ricoveri continua anch’esso a crescere, cioè la gravità dei ricoveri è maggiore rispetto alle scorse settimane”. Altro che brindisi.
E la politica che fa?
Né manca (avrebbe potuto?) la politica, sullo sfondo di una tragedia, con le sue pieghe che, talvolta, fanno pensare a una brutta commedia. La politica immancabilmente divisa tra quelli che reggono il timone e quelli che vorrebbero reggerlo. I secondi ci spiegano che è sempre una catastrofe, sicché verrebbe da mormorare: vorremmo vedere voi che pure siete stati al governo, come tutti perfettamente ricordano. I primi cercano di turare le falle, ma… Ma inciampano nelle ordinanze che vanno sbattere e che si capiva alla prima lettura che sarebbero andate a sbattere. Ma possono confondere la ridondanza con le cose. Ma lanciano sul tavolo provvedimenti che sono grida manzoniane, niente affatto rispettate. Ma sono presi in pose suggerite dalla retorica del decisionismo che non sa smussare gli angoli e nella rete delle dichiarazioni che cozzano contro il muro della realtà. Ecco. Questo sembra lo stato dell’arte. Una terra avviluppata nelle sue vecchie contraddizioni, rese tragiche da una nuova pandemia. Nessuno brindi, dunque. Sul ponte sventola la Sicilia bianca.