PORTO EMPEDOCLE – Sono rimasti senza acqua, senza alimenti per poter mettere assieme un pasto e perfino senza il latte per una neonata. Dal 20 agosto scorso sono positivi al Covid, stanno male, e il capo famiglia – un empedoclino di 52 anni – non può uscire da casa per i lavoretti saltuari che era abituato a svolgere per sbarcare il lunario e sostenere la moglie di 38 anni e i figli di 15, 17 e 18 anni, nonché l’ultima arrivata di tre mesi e mezzo. Tutti contagiati dal coronavirus, compresa la piccola. La situazione economica della famiglia, già grave a causa della disoccupazione dell’uomo, è adesso drammatica.
La telefonata di aiuto ai carabinieri
Ma ad aiutare la famiglia ci hanno pensato i carabinieri della stazione di Porto Empedocle. “Ho chiamato il sindaco, gli assistenti sociali, perfino l’Asp e i pompieri – racconta Maria, la moglie del disoccupato – ma hanno fatto tutti orecchie da mercante. Non abbiamo parenti che possano aiutarci e da tre giorni siamo senza acqua da bere e per i servizi igienici, visto che la cisterna si è svuotata. Perfino la piccina non aveva nulla da mangiare. Così, non sapendo a quale altra porta bussare, ho chiamato i carabinieri di Agrigento. Avevo visto in passato, attraverso gli organi di informazione che si erano dimostrati sensibili e disponibili a tendere una mano d’aiuto.
Il soccorso del maresciallo
Il maresciallo, a sue spese, mi ha portato il latte, i pannolini per la bambina, ma anche della carne e dei generi alimentari freschi e a lunga conservazione e delle cassette d’acqua”. La famiglia, in isolamento domiciliare, continua però a restare però senz’acqua nella cisterna dell’appartamento. “Visto che mio marito non può uscire per andare al lavoro – spiega la signora Maria -, avevo chiesto dei buoni spesa. Ma non ho avuto risposta. Avevo chiesto del disinfettante, dell’alcol, ma niente. L’unica persona a offrire un aiuto concreto è stato il maresciallo che non so come ringraziare”.
L’intervento del prefetto di Agrigento
Si è mobilitato anche il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa. Venuta a conoscenza della situazione di indigenza e di allarme igienico-sanitario in cui, negli ultimi giorni, ha vissuto la famiglia di Porto Empedocle (4 dei 6 componenti sono positivi al Covid-19 da venerdì 20 agosto), il prefetto ha contattato il sindaco della città marinara, Ida Carmina. Il prefetto ha chiesto al primo cittadino che vengano assicurati i beni di prima necessità per l’intero nucleo familiare, soprattutto per i minorenni e la neonata di 3 mesi e mezzo. Cocciufa s’è messa in contatto anche con il comandante provinciale dei vigili del fuoco Giuseppe Merendino e c’è la pronta, immediata, disponibilità dei pompieri per portare un’autobotte d’acqua e riempire così la cisterna a servizio dell’appartamento dove risiede la famiglia. Stamani, i carabinieri della stazione di Porto Empedocle, con a capo il maresciallo Igor Sistilli, sono tornati con altri sacchetti della spesa sulle scale dell’appartamento. Dalla compagnia dell’Arma di Agrigento, che è coordinata dal capitano Marco La Rovere, e dal comando provinciale con a capo il colonnello Vittorio Stingo, già da qualche anno viene sistematicamente ricordato ai militari dislocati sul territorio di dare concretezza allo slogan “Possiamo aiutarvi”. E così, a loro spese, i carabinieri stanno facendo.