"Non c'è un caso Palermo: siamo in allerta, ma niente panico" - Live Sicilia

“Covid, non c’è un caso Palermo|Allerta, ma niente panico”

Il direttore generale dell'Asp di Palermo fa il punto sugli ultimi focolai

PALERMO – I focolai alla Missione di Biagio Conte e alla Rap, con 36 dipendenti contagiati fino a questo momento, le positività in alcuni uffici comunali o aziende partecipate come Amat e Amg, tre asili nido del capoluogo chiusi e i pazienti e sanitari positivi in alcuni ospedali della città sono la cronaca della nuova ondata di contagi da Coronavirus nel capoluogo. E nelle ultime ore ad aumentare la preoccupazione c’è il nuovo focolaio di Corleone, comune tornato a un mini lockdown in seguito a due matrimoni, con 250 invitati ciascuno, che turbano il sonno di chi combatte contro il Coronavirus nel Palermitano.

L’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, pochi giorni fa in commissione Sanità all’Ars non ha nascosto una certa preoccupazione e attenzione per Palermo dove il virus sembra diffondersi con una maggiore propagazione rispetto al resto dell’Isola. Esiste un “caso Palermo” in questa coda d’estate che ci porterà alla tanto temuta stagione autunnale dove la pandemia si confonderà anche con le prime influenze stagionali? La sanità palermitana per personale e strutture di ricovero, in terapia intensiva e non, è pronta ad affrontare un’emergenza?

Lo abbiamo chiesto al direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, che ogni giorno partecipa a summit e tavoli operativi con le autorità sanitarie regionali per stabilire mosse e contromosse da mettere in campo per non farsi trovare impreparati davanti a una nuova ondata di contagi.

“Non c’è un caso Palermo”

“Diciamolo immediatamente: non esiste un caso Palermo – esordisce il dg dell’Asp del capoluogo -. Il numero di contagiati da Covid è aumentato in valore rispetto ai mesi scorsi ma dobbiamo fare una premessa doverosa. La fine del lockdown non è la fine della pandemia. In questo momento la pandemia ha una sua continuità a livello nazionale. Siamo consapevoli che il Coronavirus ci condizionerà ancora per molti mesi. Palermo, come Catania e altre grosse aree metropolitane è più soggetta per turismo, relazioni lavorative e sociali alla diffusione del contagio rispetto ai piccoli centri. In estate c’è stata nell’Isola un’ondata di turisti che hanno invaso le nostre città ed è normale che ci sia stata una leggera impennata di contagi. Ma è un errore parlare di ‘caso Palermo’”.

La consapevolezza è che bisogna convivere con il Covid ancora per diversi mesi, attenendosi scrupolosamente alle regole del distanziamento e all’uso dei dispositivi di sicurezza, ma secondo il dg dell’Asp la sfida che ci attende è “controllare la pandemia senza rinunciare alla vita produttiva e sociale. Un nuovo lockdown è da evitare assolutamente. La nostra rete sul territorio sta funzionando. In ogni distretto e in varie aree siamo pronti a intervenire qualora si presenti un problema con le Usca, unità sanitarie itineranti che raggiungono i pazienti con sintomi da Covid e avviano le procedure di sicurezza per la gestione delle criticità. La cosa importante in questo momento non è il numero di contagi ma la nostra prontezza a rispondere – contunua Daniela Faraoni -. La sfida del prossimo anno è quella di far convivere la continuità della vita produttiva, lavorativa e sociale con la pandemia. L’imperativo è evitare un nuovo lockdown”.

Criticità sotto controllo

Intanto per l’Asp di Palermo, le criticità emerse in queste ultime settimane sono sotto controllo. “Per quanto riguarda il focolaio alla Rap – riprende Daniela Faraoni – il dato importante è che non si registrano ricoveri tra il personale risultato positivo ai tamponi, così come tra i loro familiari. Diversa l’evoluzione del focolaio alla Missione di Biagio Conte. Le nostre squadre tengono sotto osservazione i vari siti dell’organizzazione guidata dal frate laico, stiamo cercando di contattare gli ospiti che non sempre sono rintracciabili e identificabili. Stiamo cercando di collaborare con tutte le autorità in questo senso. La situazione è difficile, dobbiamo identificare i positivi per poi portarli in quarantena al San Paolo Palace che ha 140 posti Covid a disposizione. Al momento siamo riusciti a effettuare i tamponi a cinquanta ospiti e siamo in attesa dei risultati. La preoccupazione c’è, ma la dobbiamo gestire per salvaguardare l’incolumità pubblica. Sempre alla Missione stiamo facendo degli accertamenti sulle condizioni sanitarie e sull’osservanza delle regole anti covid. Non li lasciamo da soli”.

La riapertura delle scuole è un altro fronte su cui tenere alta la guardia. “Inizia un periodo in cui dovremo avere grande attenzione per la popolazione pediatrica – conclude il dg dell’Asp -. Abbiamo raggiunto un numero considerevole di 10mila test sierologici sui 20mila lavoratori della scuola. Abbiamo portato le nostre Unità sanitarie itineranti nei grandi istituti perchè la sanità deve svolgere un ruolo attivo e non di attesa nei confronti dei cittadini, dei lavoratori e degli studenti. Abbiamo l’impegno a far crescere e adeguare l’organizzazione dell’Asp verso le esigenze di una società che deve continuare a vivere, produrre e incontrarsi, ma nel rispetto delle norme di sicurezza”.


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