ROMA – I rischi per i bambini sono minori rispetto a quelli per gli adulti. Il primo monitoraggio negli ospedali
pediatrici ha consentito di contare 16 pazienti ricoverati, età media 3,5 anni. Due ragazzi avevano un’età maggiore di 11 anni entrambi non vaccinati. Per indagare sul livello di protezione dei bambini di età inferiore ai 12 anni si è scelto di
raccogliere la presenza di almeno un genitore vaccinato.
Si sono contati 9 bambini in questa condizione e 7 con genitori non vaccinati. Inoltre 5 pazienti avevano comorbidità rilevanti. “I bambini in Italia continuano a presentare un quadro meno grave degli adulti, ma possono avere necessità di ricovero ospedaliero fino, in rari casi, a necessitare di cure in terapia Intensiva. In altri Paesi, in cui sono state attuate misure anti-pandemia, che si sono rivelate meno efficaci, i bambini sono maggiormente coinvolti e purtroppo non sono pochi i decessi (USA, GB). La prevenzione (vaccinazione) sta giocando un ruolo fondamentale nell’arginare le terribili conseguenze che il SARS CoV 2 ha causato e può ancora causare”, spiega Alberto Villani, responsabile della Pediatria Generale e Malattie Infettive del Bambino Gesù.
Il presidente di Fiaso Giovanni Migliore sottolinea: “Lo studio sui dati degli ospedali sentinella evidenzia come la vaccinazione riduca della metà il rischio di finire in terapia intensiva. Ancora una volta è necessario ribadire l’importanza della vaccinazione e di rivolgere un appello a coloro che non si sono ancora vaccinati a effettuare la prima dose”. “Se il trend verrà confermato – conclude – le Aziende sanitarie, sede di ospedali Covid, nelle prossime settimane dovranno essere pronte a fronteggiare un aumento del numero dei ricoveri. Le direzioni aziendali hanno già studiato e messo a punti piani organizzativi di riapertura in 24 ore di posti letto Covid che dovessero essere necessari”.