Crac Windjet, 17 a processo |Nuova tegola per Pulvirenti - Live Sicilia

Crac Windjet, 17 a processo |Nuova tegola per Pulvirenti

Il processo si aprirà ad ottobre.

BANCAROTTA FRAUDOLENTA
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CATANIA – Il processo sul crac della Windjet si aprirà il prossimo 3 ottobre davanti alla Prima Sezione Penale del Tribunale di Catania. L’ex presidente della compagnia aera Antonino Pulvirenti e altri 16 professionisti sono stati rinviati a giudizio dalla Gup di Catania, Gaetana Bernabò Distefano, con l’accusa di bancarotta fraudolenta. La decisione è arrivata al termine di una lunga udienza in cui si sono susseguite le discussioni dei difensori, che hanno chiesto per la maggior parte degli imputati “sentenza di non luogo a procedere” o “la derubricazione del reato”. La Gup ha accolto in toto la richiesta di rinvio a giudizio presentata dai pm Alessandra Tasciotti e Alessandro Sorrentino.

Oltre a Nino Pulvirenti, presidente della low cost catanese, sono imputati nel processo l’ex ad Stefano Rantuccio, il commercialista Stefano Patti, Gianmarco Abbadessa, avvocato tributarista e componente del collegio sindacale di Windjet, Luciano Di Fazio e Gianluca Cedro, senior partner di Emintad Italy Srl, società di consulenza strategica, Giulio Marchetti, associate partner della società di revisione Bompani Audit Srl, Remo Simonetti, amministratore della stessa società, Angelo Vitaliti, componente del Cda di Windjet, Paola Santagati, commercialista Windjet, Gianni Commu, maintenence Ph di Windjet, Giuseppe D’Amico, engineering manager di Windjet, Biagio Rantuccio, fratello di Stefano, Makto Dadic, managing director di Dale Aviation Ltd, Gregoire Lebigot, amministratore della Jmv Aviation Ltd, Karl Richard, vice presidente della Jmv Aviation Srl, Sarah Patti, componente del collegio sindacale della Windjet.

L’inchiesta condotta dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catania, in stretta collaborazione con i consulenti tecnici nominati dall’autorità giudiziaria, ha consentito di ricostruire le vicende societarie che avrebbero condotto all’aggravamento delle condizioni economico finanziarie della Wind Jet s.p.a. (che viene ammessa al concordato preventivo nel 2013) per oltre 160 milioni di euro. Il crac sarebbe – secondo l’accusa – l’effetto di una serie di operazioni dolose compiute a partire dal 2005. Per gli inquirenti ci sarebbe stato un presunto giro di fatture ‘gonfiate’ allo scopo di creare fondi in nero.  Per la Procura ci sarebbero state una serie di “operazioni di maquillage di bilancio, con una bancarotta che si e’ dipanata negli anni”. Tra queste la vendita alla Meridi, societa’ del gruppo Pulvirenti che gestisce i supermercati Fortè, del marchio di Wind Jet per 10 milioni di euro. Per l’accusa vi sarebbe stata una supervalutazione non giustificata. Il marchio nel 2004 in bilancio aveva un valore stimato di 319 euro. Poi, invece, è stato ricomprato per 2,4 milioni. Nel mirino dei consulenti dei pm anche l’acquisto di un motore, la sopravvalutazione dei danni subiti da un aereo e anche un mutuo di 1,8 milioni di euro che serviva a pagare i debiti della Finaria.

Nel procedimento sono stati ammessi come parte civile il commissario giudiziale, il prof Libertini, che aveva seguito l’iter del concordato preventivo, l’Inps e il Codacons.


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