PALERMO – Da un lato il muro eretto da Fratelli d’Italia a difesa del direttore generale dell’Asp di Trapani Ferdinando Croce, dall’altro il governatore Renato Schifani che utilizza dei toni gelidi nei confronti del dg da lui scelto nel giro di nomine di giugno. A più di due settimane dallo scoppio dello scandalo dei ritardi negli esami istologici all’Asp di Trapani, accanto alla cronaca si sviluppa anche l’evoluzione politica della vicenda.
Il muro di FdI per Croce
FdI ha fatto quadrato attorno al giovane manager che è stato capo di gabinetto di Ruggero Razza all’assessorato alla Salute ai tempi del governo a guida Nello Musumeci. Schifani, che valuterà il da farsi in base ai risultati dell’indagine degli ispettori inviati dall’assessorato nella sede dell’Asp, si è scusato con chi ha atteso mesi per conoscere l’esito dell’esame e subito dopo ha pronunciato parole pesantissime su Croce.
Il piano dell’Asp di Trapani in 7 punti
Tutto è nato dal piano in sette punti contenuto in una delibera dell’Asp, raccontata sabato 15 marzo da LiveSicilia, attraverso il quale Croce intende imprimere una svolta nella refertazione degli esami istologici futuri. A precisa domanda dei cronisti che lo seguivano a Catania, il presidente della Regione ha commentato: “Forse se i sette punti si fossero messi in atto prima non staremmo qui a disquisire di questo tristissimo episodio”.
La relazione degli ispettori dell’assessorato
Parole che danno l’idea di come il destino di Croce sia appeso a un filo. La tenuta di quel filo passa anche, ma non solo, dalla valutazione del governatore rispetto alla relazione degli ispettori inviati a Trapani dall’assessorato. FdI, però, non intende rinunciare ad una figura che viene definita “validissima”. La considerazione che ai piani alti del partito viene fatta è la stessa da giorni: “Croce ha fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità”.
La lettera dell’Asp di Trapani all’assessorato
A partire dalla lettera inviata la mattina del 18 luglio, che lanciava un alert sulle “criticità” dell’Anatomia patologica dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani chiedendo il via libera all’esternalizzazione del servizio. La lettera era indirizzata all’assessorato alla Salute, retto in quel momento da Giovanna Volo, e al dipartimento di Pianificazione strategica, con a capo Salvatore Iacolino.

In quella missiva, che non ha mai ricevuto risposta, Croce metteva in fila tutti i problemi dell’Unità operativa complessa che avrebbe dovuto refertare gli esami: in cima c’era la “cronica carenza d’organico” che portava ad avere in servizio cinque medici sui nove previsti dalla pianta organica (con l’ulteriore defezione di un’assenza per motivi di salute) e che aveva causato “un considerevole ritardo diagnostico”.
A piazza Ottavio Ziino, dunque, erano a conoscenza del problema e della sua entità. In quel 18 luglio, infatti, Croce scatta la fotografia della situazione: tremila casi che, dopo essere stati ‘processati’ dai laboratori del Sant’Antonio Abate, attendevano di essere analizzati e refertati. Da qui la decisione di affidare il servizio ad un privato e la preventiva richiesta di autorizzazione all’assessorato.
Questa lettera, ma anche di quella del 5 dicembre con la quale l’Asp di Trapani chiedeva l’ok al bando per la nomina del nuovo primario di Anatomia patologica del Sant’Antonio Abate (la risposta in questo caso arrivò il 4 marzo 2025), è ‘cemento’ per il muro di Fratelli d’Italia attorno a Croce.
Colloquio Schifani-Sbardella
La vicenda è stata al centro anche di un colloquio avvenuto in settimana tra Schifani e il neo commissario dei meloniani in Sicilia, Luca Sbardella. Il partito di Giorgia Meloni, pur riconoscendo la gravità di quanto accaduto in provincia di Trapani, non accetta una visione delle cose “incentrata sullo scaricabarile” ai danni di Croce.
Se la cintura di protezione attorno al manager dovesse cedere “nonostante i documenti – osservano più fonti meloniane – diano testimonianza del suo impegno per cambiare la situazione”, FdI a quel punto sarebbe pronta a chiedere che anche Iacolino, considerato un dg caro a Forza Italia, lasci il suo incarico. “Se responsabilità c’è stata – evidenziano da Fratelli d’Italia – non può che essere suddivisa equamente vista la mancata risposta alla lettera del 18 luglio”.
Petizione all’Asp di Trapani per Croce
All’Asp di Trapani, intanto, è partita una petizione tra i dipendenti dell’Azienda sanitaria per esprimere “solidarietà e sostegno” a Croce e per chiedere che resti al suo posto. “Siamo addolorati – si legge nel testo – per come la vicenda stia rischiando di mettere in cattiva luce l’operato del direttore fin qui, e di tutti noi che in questa azienda rendiamo il nostro servizio alla cittadinanza”.