PALERMO – Crocetta sfida tutti, a partire dalla sua maggioranza. Alla vigilia di una ennesima settimana ‘di passione’ che la politica siciliana si appresta a vivere, il presidente della Regione mostra i muscoli. Tutto parte da una nota diffusa poco dopo mezzogiorno, in cui il governatore prima si dice “pronto al dialogo con tutti, al di là delle appartenenze”, poi passa alla prova di forza sfidando apertamente i nemici del fronte interno: “Qualora il clima non dovesse rasserenarsi, il governo non avrà altra scelta che porre la fiducia sui provvedimenti che presenta in aula – sono le parole del presidente della Regione – traendone tutte le conclusioni possibili”.
Il guanto della sfida è lanciato. Crocetta decide di fare ‘all in’ giocandosi tutto sul tavolo verde di Sala d’Ercole: le riforme e i provvedimenti che da settimane restano chiusi nei cassetti di Palazzo dei Normanni, in attesa che il governatore risolva le questioni legate agli assetti del suo Crocetta bis, da varare in un’atmosfera “di dialogo con tutti gli uomini di buona volontà”. Il segnale per chi non ci sta o, per dirla con le parole del governatore, per chi “intende bloccare il cambiamento e le riforme”, è chiaro: se quei provvedimenti non dovessero trovare il via libera dell’Assemblea, tutti a casa. La parola ‘dimissioni’ non viene mai espressamente citata, ma il fantasma aleggia chiaramente nell’ultima frase del comunicato diffuso da Palazzo d’Orleans: “Se questo senso di responsabilità non dovesse prevalere – dice – ne trarremo tutti le conseguenze”.
La lista dei provvedimenti da approvare è lunga: il dl pagamenti, la manovra correttiva, la legge per lo sviluppo, la semplificazione amministrativa, il testo unico per le attività produttive. Leggi importanti, in una Sicilia che muore giorno dopo giorno, che però finora sono finite nel dimenticatoio davanti a quel vortice di accuse e veleni che nelle ultime settimane ha investito in pieno il governo e la maggioranza. Crocetta, che pure è stato protagonista di questo processo involutivo, dice che questo “non è il momento delle divisioni, ma della grande unità” e lancia il suo “patto per la Sicilia”. Su questa strada il governatore trova anche il sostegno del capogruppo dei democratici a Palazzo dei Normanni, Baldo Gucciardi: “Lo ribadisco da tempo – afferma -. La situazione d’emergenza in cui versa la regione rende incomprensibili ai cittadini tutte le polemiche di questi giorni. Bisogna approvare quei provvedimenti al più presto e tutta l’Aula è chiamata a mostrare senso di responsabilità”. Parole indirizzate all’opposizione ma che hanno come destinatario indiretto anche quella folta pattuglia di cuperliani che attende Crocetta alla prova dell’Ars dopo la lite furibonda sul rimpasto e sulla formazione delle liste per le Europee. Lo stesso Cracolici, nelle scorse ore, ha lanciato chiari segnali: “Non siamo disposti a portare il cervello all’ammasso, se sarà necessario lavoreremo per una costruire una prospettiva diversa per il governo di questa Regione – sono state le parole dell’ex capogruppo all’Ars -. Abbiamo il dovere di dare risposte ai tanti siciliani che vogliono risultati concreti, non chiacchiere”.
La partita che intende giocare il governatore, dunque, sembra pesante: i provvedimenti necessari per dare fiato all’economia regionale diventerebbero anche il grimaldello con cui sbloccare l’impasse in cui è finita la maggioranza. “Gli interessi della Regione – avverte ancora – non possono essere schiacciati da quelli dei partiti e delle correnti, in una guerra infinita che non aiuta nessuno”. L’obiettivo di Crocetta è quello di mettere con le spalle al muro gli altri 89 deputati dell’Ars, che in caso di dimissioni perderebbero il loro seggio a Sala d’Ercole: “Mi sono candidato presidente per portare avanti la rivoluzione – dice – e non per vivacchiare giorno per giorno, e con lo spirito massimo di dialogo con tutti. Ho intenzione di continuare la mia battaglia”. Al chiuso di Palazzo d’Orleans,davanti al pallottoliere di una maggioranza che è tale soltanto sulla carta, il governatore ha deciso di giocare il tutto per tutto. Pochi metri più in là c’è l’Ars, il rischiosissimo campo di battaglia su cui intende misurare la forza dei suoi avvertimenti.
*Aggiornamento ore 15.34
Le parole di Crocetta hanno suscitato l’ironia di Cracolici, che sceglie twitter per rispondere al governatore: “brrr…che paura! – scrive il deputato Pd – ma qualcuno ha spiegato a Crocetta che all’Ars non esiste l’istituto della fiducia, ma solo quello della sfiducia?”.