Crocetta: "Non ho la maggioranza | Il rimpasto? C'è bisogno dell'Onu"

Crocetta: “Non ho la maggioranza | Il rimpasto? C’è bisogno dell’Onu”

Rosario Crocetta e Nino Dina

Il governatore a Palazzo d'Orleans difende la manovra-ter: "Non siamo cattivi, ma non abbiamo soldi". Secca replica al presidente dell'Udc. Stoccata al Pd: "Vogliono il rimpasto, ma prima criticano e poi bocciano le riforme". Il presidente della commissione Bilancio Dina: "Non pensavamo di salvare la Sicilia con questa manovra. La Tabella H? Non esiste più".

La conferenza stampa nel dopo-manovra
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PALERMO – “La finanziaria è pietosa? I segretari di partito se la prendano con i deputati, non con il governo”. Nel dopo-manovra il presidente Crocetta è più duro che mai, e non risparmia nessuno, neanche il presidente di uno dei partiti azionisti della maggioranza di governo, Gianpiero D’Alia. Le uniche “cose buone” della seconda (in un anno) manovra correttiva alla finanziaria impugnata quasi competamente dal commissario dello Stato, secondo il governatore sono sparite dal testo della legge per colpa delle forze politiche del parlamento regionale. E, questo, nonostante lo stesso Crocetta oggi in conferenza stampa abbia ammesso che lo spazio per fare “cose da sogno” non c’era. “Non siamo dei cattivoni – ha detto in un passaggio del suo j’accuse – ma, molto semplicemente, non abbiamo i soldi”.

Nella legge qualcosa da salvare, però, per il governo c’è. E se nessuno se ne accorge pecca di malafede: la norma sui dipendenti delle partecipate in liquidazione, quella sui testimoni di giustizia, e l’articolo grazie al quale i comuni potranno impedire l’iterruzione del servizio idrico. Queste le più “piccole”. Poi ci sono le cose “gradi”: il contributo di solidarietà sulle pensioni, ad esempio. E quando a Crocetta qualcuno fa notare che proprio quell’articolo è stato completamente stravolto rispetto a come era arrivato in aula il giorno dell’approvazione del testo di legge, lui replica a muso duro: “E be’? Mica dovevamo per forza risparmiare la cifra che ci eravamo prefissati. E’ un primo passo, una cosa che a dirla tutta non ha fatto neanche lo Stato, qualcosa che va oltre la manovra del presidente del Consiglio Renzi”.

E se qualcos’altro, invece, nella manovra alla fine non c’era, per Crocetta la colpa è dei deputati. Della maggioranza che non c’è, che rema contro di lui con tutte le sue forze, di chi si oppone al cambiamento. Un problema più “strutturale e concreto” di quanto non si possa pensare, e che ha “poco a che fare con le ideologie” e molto con la pratica: maggioranza e governo, in pratica, non vanno d’accordo. “La pensiamo in due modi opposti, non lo avete ancora capito? Loro sono dei conservatori, io voglio stravolgere tutto”. E proprio per questo al governatore le accuse sulla fantomatica resurrezione della Tabella H non sono piaciute affatto. “La Tabella H – ha detto adirato ai giornalisti – negli anni passati ci costava anche 11 milioni, e dentro c’era di tutto: enti inestistenti, un’accozzaglia di tutto lo scibile umano. Adesso sono rimasti solo i finanziamenti dovuti, come quelli agli istituti che si occupano di disabilità e disagio sociale, o a quelli che sono stati istituiti proprio dalla Regione. E neanhe tutti, perché ad alcuni i finanziamenti sono stati soppressi per colpa delle ripicche che si fanno i partiti”.

Già, le ripicche. Quelle che, dice qualcuno, hanno affossato lo stanziamento per gli interporti di Catania e Termini Imerese, il contributo al Coppem e all’Autodromo di Pergusa. Ripicche che, in realtà, sono tutte interne alla maggioranza, soprattutto al Partito democratico. E allora il governatore si chiede: “E’ in questo clima che bisogna fare il rimpasto? Devo mettere in giunta chi ha contribuito ad ostacolare la strada per il cambiamento?”.

Niente paura, perché il rimpasto si farà. Per Crocetta, infondo, “il Pd ha il diritto di rivedere la propria delegazione in giunta”. Ma in che clima? Finché le cose resteranno così, per il governatore, “ogni nuovo rimpasto non basterà a far funzionare le cose, perché fatto sempre con la logica di chi vuole difendere le proprie prerogative e senza una visione comune a quella del programma che io ho presentato ai cittadini già prima di essere eletto”. Per il presidente della Regione, in questa situazione “per risollevare la Sicilia non serve invocare un rimpasto, bisogna chiamare i caschi blu dell’Onu”.

LA DIRETTA DA PALAZZO D’ORLEANS

13.00 – Fine della conferenza stampa

12.51 – Crocetta risponde al presidente dell’Udc D’Alia, che ieri aveva definito “pietosa” la manovra: “D’Alia si astenga, è un commento irriverente, inaccettabile e assurdo. Parli con i deputati, non con me. Il Parlamento non ha un conflitto con il governo. Abbiamo però visioni diverse. E ci sono cose su cui nessuno medierà. Il rimpasto? Mi sembra il miracolo delle noci, perché la crisi è più strutturale. Qui dobbiamo decidere cosa fare delle riforme. Poi possiamo fare tutti i rimpasti del mondo, ma non finché ogni assessore si porterà dietro le pretese dei partiti. Se il rimpasto ripropone gli stessi temi del conflitto, che rimpasto è?”.

12.47 – Ancora Crocetta: “Nelle commissioni qualcuno si è divertito ad incrementare i finanziamenti agli enti. Se la manovra è pessima i segretari di partito se la prendano con i deputati, non con il governo altrimenti ci arrabbiamo”, dice il presidente. “Il Pd ha diritto di rivedere la propria delegazione in giunta – continua – ma lo faccia con meno enfasi perché chi la chiede ha bloccato le riforme”.

12.44 – Crocetta fa una breve incursione sulle voci di rimpasto: “Io a questo punto per salvare la Sicilia non invoco un rimpasto di governo, invoco i caschi blu dell’Onu”.

12.34 – Continua Crocetta: “Cosa è saltato? La questione dei prepensionamenti, per esempio. Avevamo calcolato 40 milioni di risparmio, ma mi hanno attaccato dicendo che volevo consentire i baby pensionamenti. Sapete perché in realtà non hanno voluto fare quella legge? Perché i dipendenti sarebbero andati in pensione con i trattamenti di statali e non di regionali, per la pre-Fornero. Loro vogliono fare i prepensionamenti, ma facendo in modo che i pensionati ci costino più dei lavoratori. La norma che fissava il rapporto di 1 a 16 per i dipendenti e i dirigenti delle società partecipate non è neanche stata esaminata. Prendiamo ad esempio l’istituto vite e vino. Lavoro ottimo, per carità, ma non possono esserci 19 dirigenti per 67 dipendenti. I dirigenti in quell’istituto dovrebbero essere quattro. Ma l’idea che possiamo colpire i privilegi tagliando le indennità integrative spaventa”.

12.23 – “I soldi per fare cose sconvolgenti non ce li abbiamo, non è che siamo cattivi. Semplicemente non abbiamo i soldi”, dice il governatore.

12.22 – Continua Crocetta: “Sulle società partecipate sembrerebbe che non abbiamo fatto nulla, invece abbiamo fatto sparire quelle in liquidazione, introducendo l’albo unico dei dipendenti delle società in liquidazione. Le società non potranno più assumere dall’esterno e se i lavoratori non faranno nulla verranno licenziati. Non potrà più accadere che qualcuno prenderà uno stipendio senza far nulla”.

12.19 – “È vero – continua Crocetta – che la manovra è prevalentemente tecnica e non fa sognare. Anche se io alcune norme da sogno le avevo inserite, e poi vi dirò com’è andata. È stata approvata la legge sui testimoni di giustizia, una norma che salva i comuni dal rischio di restare senz’acqua per il fallimento degli Ato idrici. I comuni potranno intervenire direttamente per evitare l’interruzione del servizio. Abbiamo previsto le misure di fuoriuscita per gli ex Pip, per incentivare la fine del precariato. Poi abbiamo introdotto i progetti di cittadinanza solidale con le borse di lavoro. Il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro? Mi aspettavo venisse bocciato invece è passato. Perché il risparmio doveva essere per forza di 7 milioni? Ma quello che abbiamo fatto non lo fa neanche lo Stato. È una misura più forte di quella fatta da Renzi, ma nessuno lo nota”.

12.14 – “Per evitare che posti come Istituto Gramsci, museo Mandralisca eccetera, venissero utilizzati nel meccanismo della Tabella H, li abbiamo tolti e basta – continua il presidente della Regione -. Sulla Tabella h abbiamo risparmiato già 30 milioni di euro”.

12.10 – Prende la parola Crocetta: “Noto una scarsa comprensione anche da parte di certa informazione. C’è una certa insistenza a parlare di Tabella H – è l’esordio -. Si sono confusi i trasferimenti all’Arpa o all’Istituto di vulcanologia come tabella h, ma nessuno si ricorda forse che negli anni passati la tabella costava 11 milioni di euro e c’erano tutte le associazioni dello scibile umano. Tutto questo è stato cancellato, ed è ingiusto dire che questo governo ha finanziato la tabella h quando ci siamo limitati a finanziare gli istituti per i ciechi e per i sordi. Ci siamo attenuti a criteri di mantenimento di alcuni enti con contributo di finanziamento diretto per l’istruzione di persone con disagio, le facoltà teologiche, i banchi alimentari che non potevamo togliere in un momento di crisi sociale come questa e alcuni enti istituiti dalla Regione: Cerisdi, Whitaker. Il Coppem è saltato per le ripicche della politica. Essendo soci di maggioranza di questi enti, rispondiamo dei loro debiti. Se non vogliamo più finanziarli dobbiamo scioglierli”.

12.06 – “Lo sviluppo e la crescita – continua il presidente della commissione Bilancio- si mettono in moto con un meccanismo complessivo che esula dalla manovra di Stabilità. Per tutto il resto bisognerà contare e puntare sui fondi Ue. Questo è un primo grande passo”.

11.56 – Ancora Dina, sulle polemiche legate alla cosiddetta tabella H: “Attaccarci sui finanziamenti è ingeneroso verso il Parlamento. C’è chi parla ancora di Tabella H quando in realtà abbiamo finanziato enti come quelli delle disabilità, che con la politica clientelare non hanno nulla a che vedere. La Tabella H non esiste più”.

11.52 – Prende la parola Dina: “Questo è un assestamento tecnico della manovra di Bilancio, non pensavamo di salvare la Sicilia con questa manovra. La finalità di questo disegno di legge era quella di mettere i conti in sicurezza, e siamo sulla buona strada, nonostante il cammino sia impervio – spiega -. La commissione Bilancio si sta facendo carico di questo percorso difficile, anticipando di un anno quello che farà lo Stato: l’obbligo di salvaguardare i residui attivi non più esigibili. Nonostante questo abbiamo dovuto tener conto di molti tagli. La manovra Renzi ha pesato sulla nostra per circa 80 milioni, e alla luce anche della prima impugnativa abbiamo avuto poco spazio per operare. Ci si è mossi in un limite molto stretto, che ci ha permesso di garantire solo l’indispensabile”.

11.46 – Ancora Agnello: “Con l’articolo 6 introduciamo un sistema di armonizzazione contabile con cui la Regione siciliana avrà un sistema contabile analogo a quello di tutte le amministrazioni europee, che permetterà ai cittadini di leggere con più trasparenza i conti e i bilanci della Regione”.

11.39 – Il primo a prendere la parola è Agnello: “Questa è una manovra correttiva ad una finanziaria martoriata dall’impugnativa. Il cuore di questa manovra sono gli articoli 3 e 6, con cui diciamo che tutti i maggiori accertamenti della massa dei residui attivi da 16 miliardi verranno utilizzati per incrementare il fondo dei residui con uno stanziamento di circa 300 milioni. Così un sistema virtuoso abatterà quelli ritenuti inesigibili. E questo l’abbiamo fatto anche seguendo le indicazioni di Corte dei Conti e commissario dello Stato. Il bilancio della Regione va verso la correttezza e la trasparenza”.


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