"Per Crocetta sarei mafioso? | Ma alla Sirtec nessuna revoca" - Live Sicilia

“Per Crocetta sarei mafioso? | Ma alla Sirtec nessuna revoca”

A marzo, il nome di una azienda che si occupa di compostaggio, era finita nell'elenco, rivelato nel corso di una conferenza stampa, di quelle alle quali sarebbero stati revocati degli appalti per "informative antimafia atipiche". "Ma la prefettura - spiega il titolare della società - non ha trovato nulla, e io continuo a lavorare regolarmente"

Parla il titolare dell'azienda sotto accusa
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PALERMO – L’annuncio era arrivato in conferenza stampa. “Per mancanza di autorizzazioni sulla certificazione antimafia sono stati revocati appalti a 6 aziende, 5 nel campo dell’Acqua e rifiuti e un ente di formazione, mentre a 9 aziende agricole sono stati revocati e cancellati i contributi del Psr (Programma sviluppo rurale) sugli interventi strutturali in agricoltura”. A parlare, in quel giorno di fine marzo, era stato il presidente della Regione Rosario Crocetta, che aveva accusato, fra le altre, la Sirtec e la “D’Angelo Vincenzo” di non rispettare le norme sulle infiltrazioni mafiose. Peccato però che, a distanza di quattro mesi da quella conferenza stampa, le verifiche della prefettura di Trapani abbiano accertato che “nei confronti delle due società non sussistono le cause interdittive”. Insomma: nessuna infiltrazione. Nessuna revoca.

Vincenzo D’Angelo, titolare di entrambe le aziende, adesso va all’attacco. “Il fatto – spiega a LiveSicilia – è che il presidente della Regione è andato in conferenza stampa a dire che il signor Vincenzo D’Angelo è un mafioso, mentre non è così. Chi pagherà il danno d’immagine che mi è stato procurato? La Regione si permette di fare queste uscite, e noi stiamo qui a subire”.

A far partire tutto era stata un’informativa atipica. Da cui “emergevano legami/frequentazioni personali ed economiche di componenti della compagine sociale/dell’organo amministrativo della Impresa con soggetti controindicati”. L’attività D’Angelo, che gestisce un impianto di compostaggio ad Alcamo, è stata però passata ai raggi X dalla prefettura, che non ha trovato nulla da eccepire. Nonostante in realtà D’Angelo abbia avuto problemi con la giustizia, compresa un’indagine della Dda di Lecce che però ha portato a un proscioglimento.


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