Fiumefreddo rinuncia all'incarico |Rimpasto-flop per un capriccio - Live Sicilia

Fiumefreddo rinuncia all’incarico |Rimpasto-flop per un capriccio

"Grazie, ma preferisco restare a Riscossione Sicilia" ha detto l'avvocato catanese. Ma proprio la sua nomina, ieri, aveva fatto "saltare" le trattative per la formazione della nuova giunta e aveva portato alla rottura tra il segretario del Pd Raciti e il governatore Crocetta.

Crocetta quater
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PALERMO – Salta già, a poco più di 24 ore dal “varo” della nuova giunta, il primo assessore del Crocetta quater: Antonio Fiumefreddo ha deciso di rifiutare l’incarico nell’esecutivo e di continuare a guidare Riscossione Sicilia.

“Ho riflettuto in queste ore – ha detto l’avvocato catanese – se accettare o meno l’incarico offertomi dal presidente Crocetta di entrare a far parte del governo regionale. E’ certamente un onore servire la propria terra in un ruolo così importante, e di più lo è in un momento così delicato e difficile che richiede l’impegno personale e persino il sacrificio di ciascuno, scriveva Simone Weil che dove c’è ‘bisogno c’è l’obbligo’. Penso soprattutto, – ha aggiunto Fiumefreddo – come avevo già confidato al presidente nei giorni scorsi, che non sarebbe onesto che io lasciassi il lavoro da così poco tempo avviato in Riscossione Sicilia, con i risultati importanti che cominciano ad affacciarsi, solo perché andrei a sedermi su una poltrona più prestigiosa, e direi di maggior potere. Non vedo, peraltro, le condizioni per una mia decisione diversa, nella quale non credo. Non accetto, quindi, l’incarico di governo e rimango a lavoro a Riscossione, ed anche lì fino a tanto che mi sarà consentito fare bene nella battaglia a favore dei cittadini onesti”.

Quasi una replica per l’avvocato che era stato già designato da Crocetta, un anno e mezzo fa, come assessore ma con una delega diversa: quella dei Beni culturali. Stavolta Fiumefreddo era stato indicato come nuovo assessore alle Autonomie locali. Una scelta che aveva scatenato anche la reazione infastidita del Partito democratico, che non aveva mai gradito particolarmente quella nomina. Il passo indietro di Fiumefreddo potrebbe certamente agevolare lo sblocco dello stallo che sta attualmente vivendo il nuovo governo, sconfessato, a poche ore dalla nascita, dal segretario regionale del Pd Raciti e dal presidente del partito Giuseppe Bruno. In queste ore i democratici e Crocetta stanno discutendo della possibilità di riaprire all’Areadem, che fa capo a Giuseppe Lupo, la giunta. E adesso c’è anche una nuova poltrona libera attorno al tavolo del quarto esecutivo in tre anni di Rosario Crocetta.

E dire che proprio per il “capriccio” del governatore si era fermato tutto. E la giunta, appena varata, è subito esplosa tra le mani del presidente e della sua maggioranza. Mancava infatti una sola casella da riempire, ieri nel primo pomeriggio. Raciti e Lupo stavano “chiudendo” per l’assessore di Areadem. Proprio in quel momento, Crocetta decideva di rompere gli indugi. E di nominare, appunto, l’avvocato che lui stesso, già due mesi fa aveva lanciato in giunta come “uomo-chiave”. Una nomina, quella di Fiumefreddo, che ha scatenato la reazione di Raciti: “Deve trattarsi certamente di un errore”. Errore sottolineato dall’accostamento al Pd del nominativo dell’ex soprintendente del Bellini di Catania. Un capriccio, insomma, quello di Crocetta. Che, insieme alla scelta di estromettere l’area di Lupo (a costo poi di fare retromarcia e chiedere subito a Raciti un incontro per ‘mettere una pezza’), ha finito per mandare all’aria giorni e giorni di consultazioni, incontri, vertici. E soprattutto il lavoro del segretario regionale a cui il governatore aveva “delegato” le attività di formazione della nuova giunta, mentre lo stesso Crocetta preferiva la via di Tunisi. Un capriccio, insieme agli altri.

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