Crocetta: "Solidarietà a Gozzo | Elevare il livello di vigilanza" - Live Sicilia

Crocetta: “Solidarietà a Gozzo | Elevare il livello di vigilanza”

Il presidente della Regione: "C'è una società che si rivolta contro la mafia e che vuole affermare i principi di legalità, per consentire lo sviluppo vero della nostra regione".

Le minacce al magistrato
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PALERMO – “La mia solidarietà personale e quella dell’intero governo della Regione al magistrato Nico Gozzo, oggetto di una vigliacca intimidazione mafiosa anonima. Dopo Di Matteo, adesso Gozzo”. Lo dice il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, secondo cui bisogna “elevare la vigilanza e la mobilitazione
democratica”.

“Nervosismo di una mafia – aggiunge – che oggi sempre più viene messa in discussione dai successi delle forze dell’ordine, della magistratura, della società civile e di parte delle istituzioni democratiche, per l’azione intensa di lotta avviata in Sicilia. Prima ancora c’erano state anche le denunce del procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari su pericoli nuovi in Sicilia e sul cambiamento della strategia di Cosa nostra. Sono i segni di debolezza di un sistema mafioso che oggi viene aggredito su tutti i fronti, da magistratura, forze dell’ordine, società e una parte delle istituzioni”.

“C’è una società in piedi in Sicilia – osserva Crocetta – che si rivolta contro la mafia e che vuole affermare i principi di legalità, per consentire lo sviluppo vero della nostra regione. C’è una mafia che ha perso privilegi e immunità, che si sente sempre più all’angolo. Una parte di quella mafia forse pensa che la strategia della pax mafiosa non paga più e ha nostalgia di strumenti di terrore già sperimentati negli anni passati. Non si illudano i mafiosi, in Sicilia indietro non si torna. Le minacce mafiose ci inducono ad intensificare le azioni che tutti noi dobbiamo fare per sconfiggere definitivamente la mafia”. “Ognuno di noi ha un ruolo: dallo studente all’imprenditore, dall’ingegnere al burocrate, dalla casalinga al politico. Dobbiamo soprattutto lavorare – conclude – per sconfiggere quei legami che il sistema mafioso ha con una parte della società e con parte delle istituzioni, dell’economia e della politica. Sono convinto che, se andremo fino in fondo nell’accertamento della verità, potremo finalmente dire che la parola mafia è finita, perché la minaccia nei confronti di una persona che si batte contro la mafia, è una minaccia contro tutti i cittadini”.


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